(My Hero Academia) - Midwinter's Tale
Mar. 21st, 2023 09:47 pmCow-t 13 – Quinta settimana – M1
Prompt: Skinship
Numero Parole: 5935
Fandom: My Hero Academia
Note: Au Villain Hawks x Pro Hero Dabi, sequel di Twelfth Night
Erano trascorse ormai un paio di settimane da quella notte. La neve aveva iniziato a sciogliersi, le giornate ad allungarsi e le festività avevano ceduto il passo alla solita routine. Todoroki Touya sapeva di non potersi permettere troppe distrazioni mentre camminava per le vie cittadine. Mani in tasca, cappuccio calato sulla testa, il giovane Pro Hero aveva cercato di passare inosservato tra la folla, mentre tentava di dare un ordine ai propri pensieri.
Quattro mesi. Stando alle parole di Twice, era questo il lasso di tempo che li separava dal ritorno sulla scena di Shigaraki Tomura.
Non era abbastanza. Aveva consegnato quell’informazione ai membri della Commissione, ma si sentiva ugualmente con l’acqua alla gola. Se solo fosse riuscito ad ottenere un incontro con Shigaraki, avrebbe potuto sfidarlo o comunque, fare qualcosa per fermare una volta per tutte quella follia. Ogni minuto era prezioso e non poteva essere sprecato.
Erano questi i pensieri che affollavano la mente del giovane Number Three, insieme ad altre questioni, decisamente più fastidiose che avevano però un volto e un nome. Takami Keigo, il Villain meglio conosciuto come Hawks, era diventato in poco tempo un chiodo fisso che il figlio di Endeavor non poteva permettersi di ignorare o peggio, sottovalutare.
Era iniziato tutto come un gioco. Si era avvicinato a Hawks con l’intento di ottenerne la fiducia e conquistarsi un incontro con Shigaraki. La situazione però gli era presto sfuggita di mano. Il Villain alato era insopportabile, anche se definirlo in quel modo era riduttivo. Hawks era intelligente, scaltro, sempre un passo avanti a tutti. Anche se ciò che maggiormente lo aveva incuriosito, era l’odio che quel criminale provava verso Endeavor e l’intera società degli Heroes. Proprio per questo aveva osteggiato Touya sin dal giorno del suo ingresso nell’Unione. Il Pro Hero però non si era lasciato intimorire né si era dato per vinto. Aveva fatto il possibile per avvicinarsi al biondo cercando di comprenderlo. Come suo padre, anche il Number Three sapeva essere testardo. A dispetto di ogni logica o buonsenso Hawks lo intrigava. Non poteva farci nulla. Era come un puzzle che nonostante gli sforzi non riusciva a completare.
Di quelle ultime caotiche settimane, trascorse tra la missione d’infiltrazione e i soliti impegni da Hero, Dabi conservava ricordi confusi. Solo di una cosa aveva l’assoluta certezza, il suo rapporto con Hawks era mutato, complice una stupida scommessa scambiata la notte della Vigilia di Natale. Era stato lo stesso Number Three a proporla, nella speranza di aprirsi un varco tra le difese del Villain.
Nulla era però andato secondo i piani.
Touya si era avvicinato al biondo, portando alla luce nuovi dettagli sul proprio passato, arrivando anche a comprendere il perché avesse scelto d’intraprendere quella vita da criminale. Come aveva ipotizzato, non si era trattata di una vera e propria decisione. Takami Keigo non era che l’esempio di come la società degli Heroes e le sue regole avessero fallito. Sarebbe bastato poco, come tendere una mano ad un bambino smarrito per cambiarne la storia.
Il giovane Todoroki però non se la sentiva di prendere una posizione in merito, lui stesso odiava l’ipocrisia di quel mondo e sotto certi aspetti ne era vittima. L’infanzia di Hawks gli aveva solo mostrato una realtà che era sempre stata davanti ai suoi occhi ma aveva preferito ignorare. Anche gli Heroes in fondo non erano che esseri umani e in quanto tali possedevano pregi e difetti.
Touya sapeva di non essere perfetto, anzi al momento era quanto di più lontano ci fosse da tale definizione. Era facile distinguere le persone in buone e cattive, bianco o nero, ma secondo quale criterio? Durante quei mesi trascorsi sotto copertura lui stesso aveva commesso azioni al limite della legalità, come poteva vantarsi ancora del titolo di eroe? Era giusto arrivare a commettere dei crimini in nome di un'ideale di giustizia più grande? Cosa lo rendeva tanto diverso da un comune Villain? Gli tornarono alla mente le parole di Stain e il suo messaggio, il fondo di verità che vi era racchiuso e che ormai non poteva più essere ignorato.
Shigaraki si era limitato a portare alla luce tutti i difetti di quella società, mostrando il precario equilibrio sulla cui base era stata costituita. Minacciare gli studenti e lo Yuei con il senno del poi non era stato che l’inizio. Era tutto parte di un disegno più ampio che mirava a scuotere le coscienze, per dimostrare quanto gli Heroes non fossero infallibili. Il ritiro improvviso di All Might aveva fatto il resto, palesando quanto anche il Simbolo della pace potesse essere vulnerabile.
Per questo, Touya aveva accettato di sporcarsi le mani. Doveva fare qualcosa, non si sarebbe arreso senza combattere. Non era nella sua natura. Il seme della paura era stato piantato ma avrebbe fatto il possibile per evitare a quei germogli di diffondersi o sbocciare.
Ripensò per qualche istante a suo padre e ai duri allenamenti ai quali lo aveva sottoposto sin da bambino. Ai pomeriggi trascorsi ad osservare da lontano Natsu e Fuyumi, conscio che non avrebbe mai potuto unirsi a loro. Se la stampa avesse mai saputo del desiderio malato di Todoroki Enji, del suo intento di rendere il primogenito un eroe più grande anche di All Might. Del vero motivo per il quale lui e i suoi fratelli erano venuti al mondo. Scosse la testa. Era un pensiero assurdo.
Più di una volta, Touya si era trovato a danzare sul bordo di un precipizio. Sarebbe bastato poco, cedere ai propri impulsi più oscuri, per trasformarsi in ciò che aveva giurato di combattere. Eppure non lo aveva fatto. Aveva continuato ad interpretare la propria recita, impersonando Dabi, il perfetto Blue Flame Hero, l’erede di Endeavor. Aveva scalato la vetta, conquistato ogni traguardo che si era prefissato, battendo record su record, arrivando con il ricoprire la terza posizione.
Per Touya il desiderio di salvare il prossimo era sempre stato più forte di qualsiasi altro. Quando c’erano delle vite in gioco tutto il resto perdeva importanza. Era diventato un Hero per rispondere alla volontà di suo padre ma se era giunto a quei livelli lo doveva anche a se stesso. Proteggere i più deboli, aiutarli, era diventata la sua vocazione.
Per questo aveva accettato di lavorare per la Commissione e sempre per lo stesso motivo sapeva che non avrebbe mai gettato la spugna con Hawks. Una parte di lui desiderava salvarlo. Fu allora che la sua mentre traditrice gli ricordò del bacio che si erano scambiati. Non era stato che un contatto veloce, poco più di uno sfiorarsi di labbra. L’Hero aveva agito d’impulso colpito dalle parole del Vilain.
Messo alle strette, Hawks si era limitato ad affermare di come Dabi fosse una persona diversa da Endeavor. Era stato allora che il cuore dell’Hero aveva iniziato a battere all’impazzata, tanto da aver realizzato il proprio gesto solo in un secondo momento, quando si era trovato di fronte una faccia spaesata e due iridi ambrate in cerca di risposte.
Aveva un che di ironico il fatto che fosse stato proprio Hawks il primo a vederlo. Todoroki Touya non era una versione più giovane e potente del Flame Hero, ma un individuo a sé. Aveva trascorso la stragrande maggioranza della vita a dimostrare di essere diverso dal proprio padre, fuggire dalla sua ingombrante presenza. Al Villain erano bastati solo pochi mesi per arrivare a comprenderlo.
Hawks aveva saputo scorgere l’oscurità che albergava dentro di lui. Aveva osservato i demoni che si divertivano a tormentarlo e li aveva scacciati con una facilità disarmante. Con una semplice frase aveva dissipato anni di tormenti.
Quel bacio non era assolutamente previsto ma Touya si era lasciato trasportare dalla foga del momento. Aveva poi tentato di minimizzare l’accaduto, cercando di ignorare il calore che quel semplice contatto aveva innescato. Si sentiva il corpo in fiamme e per una volta non a causa del proprio Quirk.
Quella confusione non durò che pochi istanti. Dabi sapeva di non potersi permettere simili colpi di testa, la missione doveva avere la precedenza. Lasciarsi trascinare dalle emozioni non avrebbe portato a nulla di buono anzi, avrebbe rischiato di ottenere l’effetto contrario, oltre che compromettere il successo dell’intera operazione.
Il ragazzo che in quel momento si trovava davanti ai suoi occhi era un pericoloso criminale, afferrarlo e coinvolgerlo in un bacio più profondo sarebbe stato un azzardo, oltre che l’equivalente di una condanna a morte. Eppure, quello era stato il primo pensiero coerente che aveva attraversato la mente di Touya. Era quella verità la parte più difficile da accettare e comprendere. Desiderare Hawks era qualcosa che non aveva previsto e andava contro ad ogni logica.
Per questo da quel giorno aveva cercato in tutti i modi di evitarlo. Cosa piuttosto difficile viste le dimensioni del loro quartier generale. Gli ex membri dell’Unione avevano notato il repentino cambio di atteggiamento dell’Hero ma avevano fiutato il pericolo e preferito tenersi a debita distanza. Soltanto Bubaigawara spinto dalla solita curiosità che lo caratterizzava e dal desiderio di aiutare un proprio compagno, aveva tentato un approccio.
“Tu e Hawks siete diventati parecchio strani dopo quella scommessa, è forse successo qualcosa?” gli aveva domandato qualche ora prima, al termine dell’ennesima riunione.
Dabi aveva alzato le spalle cercando di dissimulare il proprio nervosismo. Non aveva molta voglia di tornare sull’argomento, tuttavia non poteva nemmeno rischiare di insospettire il Villain. Twice era una brava persona, nonché una preziosa fonte di informazioni. Era stato solo grazie a lui se Touya aveva appreso del potenziamento di Shigaraki e potuto informare la Commissione.
“Nulla, ho solo perso contro la testardaggine di quel pennuto” il Villain mascherato si trovò ad annuire. Intanto, sul lato opposto della stanza, Hawks era impegnato in una conversazione con Mr. Compress. Touya lo osservò per qualche secondo di troppo, incurante della presenza di Twice.
“Capisco, non si fida ancora di te? Credevo che ormai andaste d’accordo” l’eroe abbozzò un sorriso tirato, tornando a rivolgere al Villain tutta la propria attenzione.
“Sono pur sempre il figlio di Endeavor” quella realtà non sarebbe mai cambiata
“Giusto, chissà perché Hawks odia così tanto il Number One”
Semplicemente perché mio padre ha arrestato il suo e messo in moto una catena di eventi che lo hanno portato a diventare un criminale.
“Non ne ho idea, ma credimi nutro sentimenti simili. Odio il Flame Hero e questa società corrotta. Per questo ho accettato di unirmi a voi, per uscire dalla sua ombra. Sono stanco di interpretare il ruolo dell’eroe perfetto”
“Io l’ho sempre detto che sei una brava persona Dabi, non vedo l’ora di farti incontrare Shigaraki. Sei un tipo tosto e prima o poi anche Hawks dovrà arrendersi all’evidenza” Touya continuò a sorridere. Stava interpretando l’ennesima recita e ingannare Bubaigawaira era fin troppo semplice.
“Beh non si può certo andare d’accordo con tutti, forse io e Hawks siamo troppo diversi”
“Secondo me invece siete molto simili” il Blue Flame storse il naso, cercando di mantenere un’espressione rilassata.
“Come sempre ti ringrazio per la premura. Sei un buon amico”
A Dabi in fondo dispiaceva per Twice. Non era una persona malvagia, sapeva che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di aiutare i propri compagni. Era stato solo grazie a lui se in poco meno di un mese, era riuscito a comprendere la nuova organizzazione del Fronte di Liberazione. Quando Touya aveva scoperto di come il Villain avesse superato il proprio trauma aveva sussultato. Il Quirk di Twice poteva essere un problema, per questo aveva deciso che tenerlo sotto controllo fosse la soluzione migliore. In caso di pericolo, sarebbe stato pronto ad intervenire.
Assorto nei propri pensieri il giovane Number Three aveva raggiunto il centro della città. Sapeva come ogni suo movimento fosse ancora tenuto sotto controllo. Si era accorto già da una buona mezz’ora di essere pedinato ma non gli importava. Tra la missione e Hawks non aveva avuto un attimo di respiro. Voleva solo prendere una boccata d’aria.
L'ennesimo gruppo di fan si avvicinò per scattare fotografie e firmare autografi, cose che Dabi concesse con il solito falso sorriso stampato sulle labbra.
“Sembri così a tuo agio mentre giochi a fare l’eroe”
Touya si voltò lentamente. Aveva riconosciuto Hawks sin dal primo istante, il suono di quelle piume mosse dal vento era diventato inconfondibile e in un certo senso familiare per il Number Three.
Dopo quella che pareva un’eternità, erano di nuovo l’uno di fronte all’altro.
***
Non erano trascorse che un paio di settimane da quella notte e Hawks si sentiva ad un passo dal commettere un omicidio. Terminò di bere il proprio caffè sgranchendosi le ali leggermente intorpidite dal freddo. Nonostante i propri sforzi un pensiero continuava ad affollare la mente del Villain. Quell’idea aveva un volto e un nome, spesso contornato da moleste fiamme blu. Todoroki Touya, il Number Three Hero, figlio dell’uomo che gli aveva rovinato la vita, si era trasformato nel suo peggiore incubo. Hawks non riusciva a smettere di pensare a quegli occhi troppo azzurri o il sorriso beffardo che era solito rivolgergli ad ogni incontro.
Sin dal primo istante, i suoi sensi lo avevano messo in guardia su Dabi. Il figlio di Endeavor, il Pro Hero più promettente dell’intero Giappone che si univa a dei semplici criminali. Sembrava una barzelletta e anche di pessimo gusto. Touya poteva aver ingannato Shigaraki, Toga, Spinner, e tutti gli altri membri dell’Unione ma non lui. Hawks lo aveva sempre osservato con sospetto, studiandone ogni mossa, cercando di trovare qualsiasi prova a sostegno della propria tesi.
Touya era imprevedibile e per questo pericoloso. Tanto che Hawks non riusciva mai a indovinare cosa gli passasse per la mente. All’improvviso si era trovato coinvolto in una sciocca scommessa che aveva finito con il cambiare la natura stessa del loro rapporto.
Hawks odiava il Natale, il freddo, la neve, ogni cosa che poteva ricordargli il proprio passato e alimentare il rancore che covava verso Endeavor e quella società corrotta. Touya era l’incarnazione vivente di tale sentimento. Il figlio perfetto del Number One Hero, l’eroe che aveva scalato le classifiche infrangendo ogni record.
Conoscere il vero Dabi era stata una sorpresa. Anche se non riusciva a fidarsi completamente delle sue parole, Hawks aveva appreso dettagli sconosciuti sul passato di Todoroki Touya. Allenamenti serrati con un padre accecato dal proprio complesso di inferiorità avevano plasmato sì un eroe perfetto ma al tempo stesso lo avevano schiacciato sotto il peso di una tale responsabilità e nome. Dabi era arrivato a definirsi un mero attore in quella commedia e Hawks non poteva fare altro che dargli ragione. Tutti gli Heroes indossavano una maschera e non solo per via dei propri costumi. Keigo aveva compreso il desiderio di Touya di ritagliarsi una propria individualità, lontano dall’ingombrante figura paterna ma nonostante questo non riusciva a credere a quelle parole, che alle sue orecchie suonavano ancora troppo false.
Hawks sapeva di essere intelligente, era stato solo grazie a questo se era sopravvissuto, ma il Number Three andava contro ogni logica o previsione. Ogni volta che si trovava solo con lui le sue piume erano pronte ad agire e i propri sensi all’erta.
Non era servito a nulla. In un moto di entusiasmo il figlio di Endeavor lo aveva baciato annullando qualsiasi difesa o proposito bellicoso.
In quel frangente Hawks non era stato in grado di muoversi. Si era limitato a fissare Touya cercando di trovare una qualche risposta nel suo sguardo, finendo solo per essere nuovamente risucchiato da due iridi dal colore impossibile da definire.
Erano giorni che lui e Dabi stavano camminando su quel sentiero pericoloso. Da quando era nata quella stupida scommessa si erano rincorsi e scontrati più volte, tanto che il Villain aveva previsto e temuto un simile epilogo. Touya però l’aveva preso in contropiede per l’ennesima volta, preferendo minimizzare quanto accaduto, iniziando ad ignorarlo.
Hawks non sapeva davvero trovare una spiegazione al proprio stato d’animo ma il comportamento dell’Hero era inaccettabile. Dabi non poteva fingere in quel modo. Quel gesto aveva scatenato una serie di emozioni contrastanti a cui il Villain non era ancora riuscito a dare un ordine o definizione. Per questo era più semplice prendersela con il Number Three per averlo trascinato in quella follia.
La verità era che Hawks conosceva la risposta a tutti quegli interrogativi, l’aveva sempre saputa sin dal primo momento in cui i suoi occhi avevano incontrato quelli del Blue Flame.
Rifiutare la realtà era solo più semplice. La via più breve per poter continuare a sopravvivere. Hawks aveva dovuto fare i conti con questa verità sin dall’infanzia. La vita non era stata clemente nei suoi confronti. Il giovane Takami Keigo aveva dovuto lottare per ottenere ogni cosa. Era rimasto solo, ai margini di una società che aveva preferito ignorare la sua esistenza piuttosto che ammettere il proprio fallimento. Ma lui non si era arreso, arrivando ad un passo dall’ottenere la propria vendetta.
Touya aveva dovuto rovinare tutto, entrando con prepotenza nella sua vita. Divertendosi a confondere la mente dei suoi alleati, giocando ad interpretare un ruolo che non gli apparteneva. Hawks lo aveva testato, messo alla prova, ma il primogenito di Endeavor non aveva ceduto, anzi era arrivato a confessargli dettagli della propria vita che mai avrebbe immaginato.
Hawks aveva scoperto come lui e Dabi fossero simili ma allo stesso tempo profondamente diversi. Entrambi erano il prodotto di quella società, erano cresciuti rispettandone gli standard e rispondendo a quelle aspettative. Il figlio del nuovo Number One Hero aveva seguito le orme paterne mentre quello di un criminale era diventato un Villain. Le loro vite non erano che copioni già scritti ai quali era inutile tentare di cambiare finale.
Touya ci aveva provato, aderendo all’Unione dei Villain, ma Hawks non aveva creduto nemmeno per un istante a una simile messinscena. Era una trappola, anche troppo palese. Nonostante tutto però non era riuscito a smascherarlo. Twice lo aveva preso in giro più volte, accusandolo di essere paranoico ma quando Dabi era coinvolto non riusciva a farne a meno. Shigaraki sarebbe tornato solo tra qualche mese ed avere un Pro Hero che vagava per il quartier generale era quel genere di follia che non potevano permettersi.
Quella mattina, al termine dell’ennesima riunione, Hawks aveva avvertito quello sguardo insistente su di sé. Touya era stato abbastanza abile da non farsi scoprire ma i sensi del Villain erano sempre all’erta. Quei dannati occhi azzurri avevano indugiato più volte sulla sua figura. Hawks avrebbe potuto voltarsi, coglierlo in flagrante, ma non era certo di riuscire a reggere il peso di quello sguardo. Era meglio continuare con quella guerra silenziosa, senza vincitori o vinti.
Le proprie piume lo avvisarono della presenza di Bubaigawara prima ancora che facesse il proprio ingresso nella stanza. Il Villain prese un lungo respiro, limitandosi a gettare il bicchiere che teneva tra le mani nella spazzatura mentre fissava un punto imprecisato al di fuori della finestra.
“Si può sapere cosa sta succedendo?” come sempre Twice era incapace di farsi gli affari propri ma non lo poteva biasimare, nelle ultime settimane tra lui e Dabi era calato il gelo. Chiunque poteva averlo notato. Al termine dell’ultima riunione, Hawks aveva visto il Number Three chiacchierare con il Villain. Quei due passavano molto insieme, non che la cosa gli importasse.
“Non ti riguarda” rispose freddamente calandosi gli occhiali sul naso ed evitando l’ennesimo sguardo di rimprovero.
“Dovresti dargli una possibilità” non serviva specificare il soggetto della conversazione.
Hawks preferì rimanere in silenzio. Bubaigawara non sapeva nulla. Era un sempliciotto, rimasto incantato dall’impeccabile recita di Todoroki Touya e dalla sua faccia di bravo ragazzo. Il Villain strinse i pugni fino ad arrivare a farsi sbiancare le nocche. Il solo pensare al figlio di Endeavor lo innervosiva. Avrebbe tanto voluto colpire quella faccia da schiaffi, fargli confessare il proprio doppio gioco. Il ricordo di quella notte gli tornò alla mente più vivido che mai, accostato ad altri momenti trascorsi insieme.
Dopo quel bacio che faticava persino a definire tale, non riusciva a pensare con la solita lucidità. Rivedeva il volto di Touya ad una spanna dal proprio e quegli occhi azzurri semi nascosti dall’oscurità ma ancora troppo luminosi per essere quelli di un criminale. Hawks aveva compreso in quell’istante di essersi fottuto da solo. Quell’ipotesi che a lungo si era rifiutato di prendere in considerazione si era rivelata corretta. Per una volta avrebbe tanto voluto sbagliarsi.
Vi era un confine sottile tra odio e amore. Il Villain alato lo sapeva molto bene. Per tutta la vita aveva provato che un unico sentimento. Voleva vendicarsi verso Endeavor e quella società che gli aveva voltato le spalle, e vi sarebbe riuscito se non fosse stato per Dabi. Aveva scelto di odiare Todoroki Touya ancora prima di conoscerlo e quello con il senno di poi era stato il suo primo errore.
Touya non era suo padre. Razionalmente Hawks lo aveva sempre saputo. Scoprire i retroscena sul suo passato e su quello del Number One, era stata forse quella la vera sorpresa. Endeavor era un essere spregevole e Dabi non era che una vittima di quella follia. Era più facile pensarla in questo modo. Scavare a fondo nei propri sentimenti non avrebbe portato a nulla di buono. Non poteva permettersi di provare emozioni simili, non verso il figlio del proprio peggior nemico.
C’era stato un periodo della sua vita in cui aveva creduto che Endeavor fosse il più grande degli eroi. Lo aveva pensato anche il giorno in cui avevano arrestato suo padre. Hawks si era illuso che gli Heroes salvassero davvero le persone. Nessuno però aveva aiutato lui o sua madre. Mentre il Flame Hero addestrava il proprio erede e lo indirizzava verso un futuro luminoso, lui soffriva nell’oscurità.
Takami Keigo non aveva scelto di essere un criminale. Sapeva che rubare era sbagliato ma ad un certo punto, quella era diventata la sua unica opzione. Molte volte aveva pensato di rivolgersi alla polizia e chiedere aiuto, ma non si era mai presentata l’occasione. Così aveva imboccato il sentiero che lo avrebbe trasformato in un Villain. La morte di Takami Tomie aveva fatto il resto. Era stato ancora una volta più semplice incolpare Endeavor dei propri errori che affrontare la realtà. Renderlo il capro espiatorio perfetto sul quale incanalare la propria rabbia.
Hawks non si sarebbe mai aspettato un giorno di trovarsi di fronte a Todoroki Touya. L’universo aveva uno strano senso dell’umorismo. Quando il Blue Flame Hero aveva manifestato il proprio desiderio di unirsi all’Unione, era riuscito a stento a trattenere una risata. Il Villain alato aveva compreso subito il piano di Dabi, anche se aveva preferito rimanere al gioco, pensando a come poterlo sfruttare a sua volta. L’unica cosa che Hawks non aveva previsto o messo in conto erano i propri sentimenti, insieme ad un paio di occhi decisamente troppo azzurri.
Per questo non si era trattato del bacio in sé, piuttosto della reazione di Touya. Era quello che più lo faceva imbestialire. L’Hero aveva preso ad ignorarlo dopo aver passato intere settimane a dargli il tormento. Inconcepibile.
“Dabi non è suo padre” udì quelle parole quasi per caso. Twice aveva proseguito con il proprio monologo su quanto adorasse il Pro Hero ma Hawks non stava prestando attenzione perso come era nei propri ragionamenti,
“Lo so benissimo” concesse sbattendo le ali, non facendo nulla per celare il fastidio al solo udire quel nome. Erano state proprio quelle parole a scatenare la reazione dell’Hero e il bacio che ne era seguito.
Touya non era Enji. Non lo era mai stato. I dettagli di quella sera gli tornarono alla mente, come la sensazione provata durante quel leggero sfiorarsi di labbra. Hawks ripensò al calore nato da quel semplice contatto. Sentiva che sarebbe impazzito, la sua mente continuava a indugiare sul Blue Flame e ai giorni trascorsi insieme.
Fu allora che i propri sensi super sviluppati lo avvisarono di una figura che si stava allontanando dall’edificio. Liberò un paio di piume in modo che andassero a controllare, più per un riflesso condizionato che reale interesse.
“È Dabi” esclamò Twice cogliendolo di sorpresa e levandogli ogni dubbio.
Solo allora Hawks si concesse un profondo respiro. Aveva riconosciuto immediatamente il Number Three grazie a quel modo assurdo di camminare, anche se in quella particolare occasione avrebbe tanto preferito sbagliarsi. Tornò a rivolgere il proprio sguardo oltre la finestra, verso quella figura incappucciata sempre più lontana.
“Il suo comportamento è sempre così sospetto. Chissà dove sta andando” mormorò più a sé stesso che al proprio compagno.
“Dovresti seguirlo. Qualsiasi cosa sia successa tra voi penso sia arrivato il momento di chiarire” per una volta Bubaigawara ci aveva preso.
Quella storia doveva finire. Non potevano continuare ad ignorarsi in eterno. Dabi non era altro che una distrazione posta sulla strada della propria vendetta.
Hawks tornò inconsciamente a passarsi un dito sulle labbra, soffocando l’ennesima bestemmia prima di decidersi a raggiungerlo.
Twice sorrise da sotto la propria maschera, per poi incrociare le braccia al petto orgoglioso.
***
Il Villain aveva osservato Dabi mantenendosi a debita distanza, cercando di fare meno rumore possibile. Il Pro Hero si era accorto da tempo di essere pedinato ma non aveva cambiato percorso o mutato atteggiamento.
Ci mise relativamente poco a raggiungere la città situata ai piedi della montagna. Dopo qualche metro però Touya venne subito riconosciuto da alcune fan e costretto a prestarsi alla solita sessione di autografi e fotografie.
Quando una delle ragazze si avvicinò un po’ troppo al Blue Flame le piume di Hawks iniziarono a vibrare. Il Villain conosceva perfettamente quella sensazione, era irritazione ma soprattutto fastidio. Cercò di mantenere la calma. Dabi rimaneva pur sempre il Number Three Hero, quella pantomima era normale oltre che parte dell’ennesimo copione. Restò per qualche minuto ad osservare la scena prima di decidersi a intervenire.
“Sembri così a tuo agio mentre giochi a fare l’eroe”
La confusione sul viso di Touya non durò che un istante, prima di essere sostituita da un sorriso appena accennato. Era una delle cose che maggiormente lo infastidiva, quel suo talento nell’adattarsi alle situazioni. Per Hawks non era così facile. Non lo era mai stato. Era solito studiare qualsiasi circostanza prima di agire, pesare con cura ad ogni parola che lasciava le sue labbra. Aveva imparato da tempo come l’ingenuità potesse essere pericolosa, un’arma a doppio taglio. Dabi non lo sapeva. Era stato cresciuto in una campana di vetro, protetto dall’oscurità e crudeltà del mondo. Era diventato un eroe ma ad Hawks ricordava più un burattino. Todoroki Touya non faceva altro che recitare la propria parte, limitandosi ad interpretare un ruolo per lui già stabilito. Doveva essere un modello, un esempio di quella società virtuosa.
Per questo il Villain non riusciva a fidarsi di lui, non completamente.
“Devo mantenere le apparenze” si affrettò a spiegare senza nessuna intonazione particolare. Hawks non poté fare altro che annuire, avvicinandosi di un paio di passi.
“Quella ragazza era piuttosto carina” Dabi sgranò gli occhi. Si sarebbe aspettato di tutto, tranne un commento simile. Ne fu quasi deluso.
“Sei forse geloso?” Il Villain lo incenerì con lo sguardo.
“Non farti strane idee eroe. Non ho ancora rinunciato a voler smascherare il tuo inganno”
“Quindi mi hai pedinato solo per questo?”
“Che altro motivo avrei mai dovuto avere?” se Touya desiderava portare avanti quella recita non si sarebbe certo tirato indietro, avrebbe risposto colpo su colpo. Era stanco di giocare.
“Lasciamo perdere. Allora dimmi Keigo, cosa potrò mai fare per conquistarmi la tua fiducia?” sussurrò il Blue Flame con fare volutamente provocatorio e teatrale. Sembrava si stesse divertendo nel testare il proprio autocontrollo. Sotto quella facciata da bravo ragazzo Todoroki Touya nascondeva un lato sadico e masochista che aspettava solo di vedere la luce.
“Sei un vero bastardo. Tanto per cominciare, potresti smetterla di evitarmi” fu il turno dell’eroe di alzare gli occhi al cielo dopo essersi sistemato il cappuccio sopra la testa. Una ciocca di capelli bianchi che copriva parzialmente il suo occhio sinistro venne così disciplinata, tornando al proprio posto. Era incredibile come quell’idiota potesse anche solo pensare di passare inosservato.
“Ma io non ti sto evitando” Hawks resistette all’impulso di prenderlo a pugni. Si trovavano in una strada trafficata e in pieno giorno, non voleva attirare l’attenzione più del necessario anche se la propria pazienza si stava esaurendo. Prese l’ennesimo respiro cercando di mantenere il controllo sulle proprie piume.
"È dalla notte della scommessa che ti comporti in modo strano Touya e non provare a negarlo” andò dritto al punto.
Il Pro Hero non rispose subito. Era ancora parecchio confuso riguardo quanto successo e l’atteggiamento fin troppo diretto di Hawks non lo stava affatto aiutando. C’era troppo in ballo, non poteva permettere ai propri sentimenti di influenzare la missione. Avvicinarsi al Villain doveva essere solo un pretesto per arrivare a Shigaraki. Forse si era spinto troppo oltre.
“Per questo mi hai seguito?” domandò con una punta di delusione che non riuscì in alcun modo a nascondere.
“Ti stai comportando in maniera sospetta”
“Pensi davvero che io sia un traditore?” anche se conoscevano entrambi la risposta a quella domanda. Finalmente il Villain si decise a guardarlo.
“Non posso evitarlo. Devo tenermi pronto ad ogni possibilità” Hawks aveva ragione. Ai suoi occhi Touya era sempre stato un nemico. Era normale che fosse giunto ad una simile conclusione, al suo posto avrebbe fatto lo stesso. Lui non era un eroe come tanti ma il figlio del Number One.
“A volte penso che tu sia fin troppo intelligente per essere un Villain. Sei così acuto, anche più di me” esordì abbozzando un sorriso. Hawks era una continua sorpresa, non si aspettava che fosse tanto sveglio. In quei mesi gli aveva dato parecchio filo da torcere, era un degno avversario.
“Non ci provare. So cosa stai cercando di fare Dabi”
“Non saresti male come Hero” il biondo scosse la testa, prima di incrociare le braccia al petto.
“Sono stati gli Heroes come tuo padre a rendermi ciò che sono” finalmente l’espressione sul viso di Touya si incrinò, come tutta la sicurezza ostentata fino a quel momento.
“Mi sembrava strano che non avessi ancora nominato Endeavor” Hawks alzò gli occhi al cielo,
“Sei stato tu il primo ad iniziare questo stupido discorso” ovviamente il Villain sapeva quali tasti toccare per farlo innervosire. Tirare in ballo suo padre non era un buon inizio.
“Pensavi davvero a quelle parole?” sussurrò Touya dopo qualche istante, rompendo quella pausa tra loro. Il biondo comprese immediatamente a cosa si stesse riferendo. Vi erano dei momenti, in cui si trovavano sulla stessa lunghezza d’onda e come in quel caso, gli risultava semplice intuire quali pensieri turbavano l’animo di Dabi.
“Todoroki Touya non è Todoroki Enji, siete due persone diverse, anche un idiota come Twice lo capirebbe” doveva essere una battuta ma il tono usato dal Villain fu più serio di quanto avesse voluto. Si accorse del proprio errore quando alzò il capo e incrociò nuovamente lo sguardo dell’Hero. Aveva sempre odiato quegli occhi, anche se quelli di Dabi erano più grandi ed espressivi rispetto a quelli di Endeavor.
“Hai detto che avremmo potuto lavorare sulla questione della fiducia, eppure mi hai seguito” gli fece notare evocando una fiammella tra le proprie mani. Hawks controllò velocemente che nessuno dei passanti avesse fatto caso al Quirk. Aveva notato come Touya fosse solito giocherellare con il fuoco quando era nervoso. Se ne era accorto dal giorno del suo ingresso nell’Unione ma era stato solo durante le ultime settimane che ne aveva avuto la conferma. Scosse la testa, prima di rispondere.
“L’ho fatto solo perché continui a comportarti in modo sospetto, in più sono settimane che mi stai ignorando” finalmente Touya abbassò lo sguardo ma fu solo per qualche secondo, il tempo di disperdere le proprie fiamme, prima di riprendere l’attacco.
“Anche tu lo hai fatto” lo accusò.
Ho scoperto di provare qualcosa nei tuoi confronti ma non riesco ad accettarlo. Non posso. Sei il figlio di Endeavor, dell’uomo che ho giurato di odiare. Sei un Hero.
“Sarà stata la tua impressione” fu la pacata risposta che uscì dalle labbra di Hawks. Per quanto cercasse di apparire calmo la sua mente era inquieta come le proprie piume.
“Non riusciamo proprio ad andare d’accordo”
Tornarono a guardarsi negli occhi, ognuno in balia dei propri dubbi o incertezze. Non era semplice giocare a carte scoperte o forse banalmente non erano ancora pronti per farlo.
“Baciarti non era previsto, non so davvero cosa mi sia preso, mi sono lasciato trasportare” ammise il Blue Flame, dopo quella che pareva essere un’eternità. In qualche modo sapeva che doveva chiarire quella situazione, ne andava della missione.
“Hai detto che era una sorta di ringraziamento” Touya incrociò le braccia dietro la testa.
“Sei stato il primo a non vedermi come un sostituto di mio padre. In quel momento mi hai reso felice”
“Non riesco a capire se questa sia la verità oppure l’ennesima menzogna” una parte di Hawks desiderava credere a quelle parole ma la propria razionalità glielo impediva.
“Non ti biasimo, al tuo posto farei lo stesso. Dubiterei di un Pro Hero che all’improvviso decide di allearsi ai Villains. Probabilmente continuerei a testarlo, metterlo alla prova, attendendo che compia un passo falso” il biondo si trovò a sorridere immaginandosi i loro ruoli invertiti. Alla sola idea di Dabi nelle vesti da criminale scoppiò a ridere.
“Non mi hai mai reso le cose facili” concesse passandosi una mano sul volto.
“Nemmeno tu”
“Ora mi vuoi dire cosa sei venuto a fare in città?”
“Avevo bisogno di schiarirmi le idee”
“Quelle ragazze ti hanno riconosciuto. Per un po’ non potrai mettere il naso fuori dal quartier generale. Lo capisci vero?” Dabi annuì. Non gli importava, avrebbe sempre potuto raccogliere informazioni dall’interno della struttura, sfruttando l’amicizia di Twice. Si era preparato ad una simile eventualità, l’aveva tenuta da conto.
“Non farei mai nulla che possa mettere a rischio i nostri compagni” rispose con il solito ghigno. Hawks abbozzò un sorriso;
“Sei irritante”
“Eppure mi hai seguito”
“L’ho fatto solo perchè il tuo atteggiamento era sospetto”
“Temevi una fuga d’informazioni?”
“Sei imprevedibile. Non riesco mai a comprendere le tue mosse” si accorse solo dopo averle pronunciate del significato di quelle parole.
“È questo che maggiormente ti infastidisce? Non avere il controllo?” Touya ovviamente non si era fatto scappare una simile confessione.
“Non riesco a fidarmi di nessuno, solo di me stesso. Conosci la mia storia, il mio passato” l’Hero non potè fare altro che annuire di nuovo.
Takami Keigo era una continua sorpresa. Era più di un semplice criminale, per questo Touya desiderava salvarlo da quella follia. Ricordava le confidenze che si erano scambiati durante le feste, la sofferenza che aveva letto in quelle iridi ambrate mentre raccontava della propria infanzia. Non si sarebbe arreso, avrebbe rimediato agli errori di suo padre. Comprendeva il desiderio di vendetta di Hawks ma non poteva condividerlo.
“Non farti venire altre strane idee. Dobbiamo rientrare” sbottò il Villain afferrandolo per un braccio.
Non si toccavano dalla sera della scommessa. La sensazione di dejà-vu fu inevitabile e accompagnata da uno strano imbarazzo. Si guardarono per una frazione di secondo negli occhi prima di interrompere quel contatto. Fu Hawks a lasciare la presa come ustionato.
“Ora sembri davvero un pericoloso criminale”
“Sta un pò zitto eroe”