Cow-t 13 – Quarta settimana – M1
Prompt: piano di conquista
Numero Parole: 3724
Fandom: My Hero Academia
Note: siamo sempre nel solito AU con Pro Hero Dabi e Villain Hawks.
“The web of our life is of a mingled yarn, good and ill together.”
First Lord, act IV scene III - All’s Well That Ends Well - W.Shakespeare
Takami Keigo non aveva avuto un’infanzia, o almeno una degna di tale nome. Se si sforzava a ripensare a quel periodo, Hawks si sorprendeva di ricordare nitidamente solo un numero infinito di giornate passate in solitudine, nella vana speranza che qualcuno si accorgesse di lui. Dei suoi primi anni di vita conservava qualche frammento, immagini che il più delle volte gli tornavano alla mente come spezzoni di un vecchio film. Quando si perdeva lungo il viale dei ricordi, rivedeva i propri genitori, la vita condotta insieme a loro prima di essere salvato e poi nuovamente abbandonato. Erano le notti insonni che lo portavano a fare i conti con il proprio passato. Episodi che si stavano facendo sempre più frequenti da quando un certo eroe dagli occhi azzurri aveva fatto la propria comparsa tra i Villain.
Riuscirò a diventare un Hero che affronta i cattivi?
Una volta aveva avuto pensieri simili. Prima che la realtà arrivasse a investirlo con tutta la propria forza.
Si alzò dal letto, muovendo qualche passo nella penombra di quella che era ormai diventata la sua stanza. Il Villain non faticò a trovare un vecchio peluche, unico cimelio di quel passato che aveva provato a seppellire insieme al proprio nome. Hawks ricordava benissimo il giorno in cui aveva supplicato sua madre di comprarlo e di come fosse stato proprio quel Hero a salvarlo.
Sfiorò la stoffa del giocattolo soffermandosi sulla cucitura che teneva insieme i pezzi. In un moto di rabbia lo aveva decapitato. Era stato il giorno in cui aveva deciso di vendicarsi contro Endeavor e la società. Hawks ricordava di aver osservato a lungo la testa del Flame Hero roteare fino a raggiungere i propri piedi.
Anche lui alla fine mi ha abbandonato. Dove erano gli Heroes quando ne avevo più bisogno?
Fissò il pupazzo tra le proprie mani immaginando quelle iridi severe su di sé. Soffocò un’imprecazione tra le labbra ripensando ad un’altro sguardo così simile e allo stesso tempo diverso, in grado però di farlo vacillare.
Hawks odiava Endeavor con ogni fibra del proprio corpo. Per uno strano scherzo del destino quell’uomo in seguito al ritiro di All Might, era diventato il nuovo Number One. Non che gliene fosse mai importato qualcosa di numeri o graduatorie. La sua mente era abituata a muoversi con velocità, doveva sempre essere un passo avanti, non poteva né doveva permettersi di esitare. Numero uno o meno, avrebbe ottenuto la propria vendetta. Aveva un piano e avrebbe fatto il possibile per realizzarlo.
La prima volta che Hawks si era trovato faccia a faccia con Endeavor era solo un bambino.
Una parte di Keigo aveva sempre temuto il fuoco, forse perché inconsciamente aveva riconosciuto in esso il proprio punto debole. Il calore che quelle fiamme emanavano però era diverso. Non erano una fonte di distruzione bensì di protezione. Gli era bastata un’occhiata per capirlo. Il piccolo Hawks aveva sgranato gli occhi osservando rapito la schiena di quel Hero che gli era parso invincibile quasi quanto All Might. Quel giorno, mentre le fiamme continuavano a bruciare a qualche metro da lui, il piccolo Keigo giurò a se stesso che sarebbe diventato un eroe.
Il destino però aveva in serbo altri piani.
Il Villain rimise il peluche sullo scaffale insieme ai propri sogni di bambino. Era tempo di tornare alla realtà, non poteva permettersi distrazioni. La propria mente traditrice gli ricordò la causa principale della sua insonnia. Si sfiorò le labbra prima di tornare ad affondare il volto fra i cuscini.
***
“Si può sapere che stai facendo?” la voce di Dabi lo costrinse a tornare alla realtà. L’ennesima riunione del Fronte di Liberazione era appena terminata. Come sempre Hawks era stato uno dei primi a lasciare la stanza ma una volta giunto davanti a quella vetrata si era fermato per osservare meglio il tramonto e i suoi colori. Senza rendersene conto Villain si era bloccato nel bel mezzo del corridoio, impedendo il passaggio con l’ingombro delle proprie ali.
“Scusa stavo ammirando…” iniziò ma l’Hero lo interruppe;
“Cosa? Il tramonto?” il biondo annuì.
“Sembra quasi che il cielo stia andando a fuoco” si accorse solo dopo averle pronunciate della pessima scelta di parole utilizzata. Imprecò nella propria mente nel vedere il sorriso di scherno che si fece largo sulle labbra del Pro Hero.
Contro ogni previsione Dabi fece un paio di passi in avanti, fino ad arrivare con il proprio volto ad una spanna dal vetro. Alzò lo sguardo solo per puntarlo nella sua stessa direzione. Il Villain trattenne inconsciamente il fiato studiando ogni movimento compiuto da Touya. Quel ragazzo aveva già ampiamente dimostrato quanto potesse diventare imprevedibile.
“Ricorda le fiamme di Endeavor” confermò il Number Three. Di fronte a un simile commento, Hawks scelse di rimanere in silenzio. Come sempre bastava la sola presenza del Blue Flame a farlo vacillare. Dabi, anzi Todoroki Touya era diverso da suo padre ma sotto molti aspetti decisamente più pericoloso.
“Non ti facevo un tipo romantico” mormorò l’eroe dai capelli bianchi. Hawks gli regalò un’occhiata truce. Sapeva a quale gioco stava giocando, ma non lo avrebbe lasciato vincere.
“Presto la società come la conosciamo verrà distrutta. Enji Todoroki e i suoi amici Heroes avranno quello che si meritano.” sussurrò con l’intento di provocarlo, ma ancora una volta il Number Three lo prese in contropiede.
“Posso farti una domanda?” Hawks finse di ignorarlo preferendo continuare ad osservare il cielo dalle mie tinte infuocate. Touya prese quel silenzio come un invito a continuare.
“Volevo solo sapere perché continui a chiamare Endeavor con il suo nome, ma più in generale come fai a conoscerlo. Le vere identità degli Heroes di norma non sono di pubblico dominio, anzi direi che sono simili a segreti di Stato” il Villain non si mosse né diede segno di turbamento, come se si fosse aspettato una domanda simile e stesse solo attendendo il momento per replicare;
“Ti credi tanto intelligente vero? Eroe. Per quanto tu ci possa provare non arriverò mai a fidarmi di te o a svelarti i miei segreti” aggiunse dopo qualche minuto, voltandosi quel tanto che bastava per far incrociare i loro sguardi. Con il senno di poi fu una pessima scelta.
Non puoi permetterti di tagliarmi fuori Hawks
Sapeva di come Touya fosse diventato una pedina indispensabile per il proprio piano. Quel ragazzo poteva anche essere una spia, un traditore ma sarebbe sempre rimasto il figlio di Endeavor. Hawks avrebbe potuto sfruttare qualsiasi cosa ci fosse fra loro per ottenere la propria vendetta. Ripensò alle ultime settimane, a quel bacio che non sapeva nemmeno se poteva definire tale e a tutto il resto. Todoroki Touya era una variabile che non aveva previsto, come i sentimenti che aveva iniziato a provare verso di lui.
“Senti…” iniziò
In quel momento Twice decise di fare la propria comparsa correndo subito al fianco del Hero e iniziando a gesticolare come suo solito. Ogni possibile conversazione venne così troncata sul nascere.
“Che succede di bello? Non lo voglio sapere. Di che state parlando? Non mi interessa”
Hawks approfittò di quel istante di confusione per defilarsi mentre Touya si limitò a rispondere ad una ad una alle domande del nuovo arrivato. Con la coda dell’occhio l’Hero seguì ogni movimento del Villain, fino a quando questi non sparì completamente dal proprio campo visivo.
Convincere Hawks a fidarsi si stava rivelando un’operazione più difficile del previsto, anche se vi erano dei momenti, come quello appena trascorso, in cui Dabi sentiva in qualche modo di averlo raggiunto. Tra di loro era una battaglia continua, ma più il Villain fuggiva e più l’Hero si intestardiva nel volerlo rincorrere, afferrare.
Il loro rapporto si era basato sin dal principio sullo sfruttamento reciproco: Touya aveva bisogno di Hawks per entrare in contatto con Shigarachi Tomura, scoprire il suo piano, reperire informazioni per conto della Commissione, mentre il Villain poteva contare delle conoscenze e agganci del Numer Three per distruggere quella società che tanto decantava di odiare oltre che arrivare a Endeavor, il suo obiettivo finale.
Avevano già attraversato il confine ma non sembravano pronti a fare il passo successivo. Era meglio per tutti, continuavano a ripetersi. Avevano entrambi il proprio ruolo in quella storia, una parte da recitare. Non potevano fare altro se non seguire un copione già scritto.
***
Qualche ora dopo
“Stai di nuovo pensando troppo, Keigo”
Il biondo trattenne il fiato. Dabi era davanti a lui, appoggiato allo stipite di una porta, braccia incrociate e lo guardava con la solita aria annoiata. Il Villain non si era minimamente accorto della sua presenza, aveva abbassato la guardia. Stava accadendo fin troppo spesso e non era cosa da lui. Era un errore, eppure l’idea di accostare quella parola a Touya non gli piaceva.
“Sono stato definito il criminale troppo veloce, è ovvio che anche la mia mente lo sia. Ma non pretendo certo che tu possa capire” mormorò sorridendo in segno di sfida. Si trovava di fronte al re dei bugiardi, poteva fare altrettanto.
“Pensavo che avessimo ormai superato la fase in cui cercavi di evitarmi" Hawks si trovò a sorridere quasi senza rendersene conto.
“Allora possiamo passare direttamente a quella in cui voglio ucciderti?”
“Ti mancherei troppo”
“Non ci contare. Ti ricordo che ai miei occhi rimani ancora un traditore”
“Ho giurato la fedeltà all’Unione dei Villain. Siamo dalla stessa parte perché ti rifiuti di accettarlo?”
Perché altrimenti dovrei venire a patti anche con i miei sentimenti e non posso permettermelo. Ho un piano. Devo vendicarmi di Endeavor.
“Resterai sempre un eroe Touya e lo sappiamo entrambi” si guardarono negli occhi per qualche secondo
“Sembri geloso” cinguettò il Number Three
“Tu hai un ruolo da interpretare” Hawks scandì quelle parole con un’alzata di spalle facendo ondeggiare anche le proprie ali prima di proseguire,
“Questa società è prossima al collasso, tra poco non ci sarà più distinzione tra eroi o criminali, non avrai più niente da perdere”
“Vuoi dire che sarò come te?”
“Stai tirando un po ' troppo la corda” Touya sorrise mascherando così la propria preoccupazione. Aveva percepito la confusione del Villain riguardo al loro rapporto, era palpabile. Anche per lui quei sentimenti non erano stati facili da accettare. Il tempo però remava contro di loro.
“Sembra quasi che tu ti diverta nel mettermi alla prova” sospirò affranto
“Lo sai, voglio solo distruggere questa società e chi la rappresenta”
“E ovviamente mio padre”
“Tu non puoi capire” rispose facendo per andarsene.
Di solito era Hawks a tenere le redini della situazione ma da quando Touya aveva fatto la propria comparsa molte cose erano cambiate. Il Blue Flame riusciva a trovare sempre le parole giuste per scalfire la corazza dietro alla quale il Villain per anni aveva tentato di nascondersi. Dabi possedeva un talento innato per irritarlo. Come per scovare i suoi punti deboli.
“Era il mio eroe” Touya si fermò di colpo, voltandosi completamente verso Hawks. “Endeavor intendo. Per me era davvero il numero uno” specificò il biondo sostenendo il suo sguardo.
“Quando arrestò mio padre per un attimo pensai di voler diventare come lui. Quella volta ti ho mentito Touya, anche io avrei tanto voluto essere un Hero ma questa società ha scelto al posto mio. Il figlio di un criminale non può ambire ad una vita diversa. Non solo il tuo ma anche il mio copione era già stato scritto”
“Keigo, non è troppo tardi”
“Risparmiati questi discorsi virtuosi. Sono inutili. Mi sembra di avertelo già ripetuto, il mondo sarebbe migliore senza eroi. Endeavor mi ha salvato per poi abbandonarmi. Io e mia madre siamo stati liberati da un mostro per poi finire soli, ai margini di una società che faceva il possibile per non vederci”
“Le cose cambieranno, non manca molto, presto otterremo la nostra vittoria. Nessuno dovrà soffrire come abbiamo fatto noi” Touya sembrava credere per davvero a quelle parole.
C’era un confine sottile tra la verità e la menzogna. Hawks sapeva bene di trovarsi sul bordo di un precipizio. Sarebbe bastato un lieve accenno di vento per indurlo a cadere e questa volta non era certo che le proprie ali lo avrebbero aiutato. Dabi desiderava salvarlo da se stesso, lo aveva capito sin dal loro primo incontro. In parte la colpa era sua, aveva aperto uno spiraglio tra le proprie difese, arrivando a confessare dettagli sconosciuti sul proprio passato.
Todoroki Touya era un vero eroe, non poteva evitare di pensarlo.
“Questo non cambia le cose” si affrettò ad aggiungere. Il Number Three sorrise. Sapevano entrambi che il tempo a loro disposizione stava per terminare. Quella tregua era effimera, la classica quiete prima della tempesta. Presto sarebbero dovuti tornare ad interpretare i ruoli che gli erano stati assegnati. Si erano cullati troppo in quell’illusione, in quel gioco che li aveva portati a fare i conti con un altro tipo di realtà, quella dei sentimenti.
Hawks era stato il primo a intuire cosa lo legasse all’Hero dai capelli bianchi ma aveva tentato di soffocare quel sentimento. Touya invece era stato il primo ad accettarlo.
“Sai bene che non conosco il significato della parola arrendersi. Sono sempre il figlio di mio padre”
***
Touya si era sentito uno stupido ma per tutto il resto del pomeriggio non aveva fatto altro che ripensare alla conversazione avuta con Hawks e alle sue parole. L’immagine di Endeavor gli tornò alla mente insieme alla battaglia contro il Nomu combattuta nel centro di Fukuoka.
Sarebbe sempre rimasto il figlio del Number One, dell’uomo che Keigo odiava con tutto se stesso. Erano destinati a combattersi eppure non poteva evitare di desiderare per loro un futuro diverso, come quello che continuava a vedere nei propri sogni.
Quella volta, Touya non aveva assolutamente previsto l’attacco a sorpresa, era stata tutta colpa di Hawks, quello non era altro che l’ennesimo tentativo di metterlo alla prova. Endeavor stesso non ne era uscito incolume ma aveva saputo sfruttare l’occasione per ribadire al mondo che ora ci sarebbe stato lui a proteggerlo.
Dabi avrebbe preferito tenere la propria famiglia lontana da quella missione. Anche quello era impossibile.
Quel giorno la situazione era degenerata di colpo e un semplice “pranzo di lavoro” si era trasformato in un campo di battaglia. Dabi aveva stretto tra le braccia suo padre ormai allo stremo e per la prima volta da quando la sua missione era iniziata si era sentito in colpa. Era stata una sua idea quella di far affrontare a Endeavor quel mostro ma la mossa di Hawks lo aveva preso in contropiede. Ogni volta che fissava la cicatrice che solcava il volto del Number One si odiava per aver preso quella decisione. Aveva scelto suo padre perché sapeva essere il solo ad avere la forza necessaria per poter sconfiggere quei mostri. Anche se non l’aveva dato a vedere, il senso di colpa lo stava consumando.
Una parte di Touya avrebbe tanto voluto rivelare a Endeavor della propria missione. Sarebbe stato un sollievo poter condividere quel segreto con qualcuno ma in questo modo avrebbe solo finito con il metterlo nuovamente in pericolo. E non solo lui ma anche la sua Agenzia e i giovani tirocinanti con i quali stava lavorando tra i quali figurava anche suo fratello Shouto. Il Blue Flame sapeva di trovarsi in una posizione delicata e non aveva idea di come uscirne. Ad aggravare il tutto, mancavano meno di quattro mesi alla prossima mossa del nemico. Non c’era tempo da perdere. Così aveva iniziato a studiare un modo per passare quell’informazione anche a Endeavor. Non che non si fidasse delle decisioni dei propri superiori ma desiderava avvisare suo padre del pericolo imminente.
In una fredda mattina invernale, Touya era riuscito a sfuggire allo stretto controllo del Fronte di Liberazione e si era diretto per qualche ora in città con la speranza di intercettare Endeavor. Non aveva faticato a trovarlo, gli era bastato seguire la scia di rumori e disordine. L’aveva incontrato in compagnia dei propri tirocinanti in quella che doveva essere per loro, una normale mattinata di lavoro.
Il Blue Flame aveva osservato con interesse e una punta d’invidia i tre giovani studenti del Liceo U.A. Quei ragazzi rappresentavano il futuro, oltre che essere il loro asso nella manica. Shouto era cresciuto seguendo le sue orme, il suo esempio ma si era creato una propria individualità. Aveva anche saputo tenere testa al proprio padre imponendosi per fare in modo che anche i propri amici venissero accolti nella loro Agenzia.
Touya non aveva ancora incontrato personalmente i giovani Midoriya e Bakugou ma avevano entrambi suscitato il suo interesse. Era rimasto sorpreso nell'apprendere di come Shouto si fosse fatto degli amici. Anche suo fratello era stato sottoposto a rigidi allenamenti e non aveva mai frequentato delle scuole normali, almeno fino al Liceo. Natsuo gli aveva raccontato di come Shouto avesse invitato dei compagni di corso ad una cena a cui lui ovviamente non era presente.
Si prese ancora qualche secondo per osservare i ragazzini davanti a lui mentre completavano un arresto, un giorno sarebbero diventati dei grandi eroi.
In seguito, Touya tornò a prestare tutta la propria attenzione verso suo padre mostrandogli il libro che il nemico stava utilizzando per diffondere la propria ideologia. Sperò con tutto il cuore che Endeavor riuscisse a leggere tra le righe, in modo da capire cosa realmente stesse tentando di comunicargli. Aveva cercato di mantenersi più distaccato del solito, soppesando con cura ogni parola che aveva lasciato le sue labbra. Touya aveva guardato suo padre negli occhi, specchiandosi in quelle iridi color cielo, con la flebile speranza che potesse capire il peso delle informazioni che gli stava consegnando. Avrebbe voluto poter fare di più ma non poteva ancora permettersi di perdere la propria copertura. Finalmente stava facendo dei progressi anche con Hawks. Ancora una volta non poté evitare di pensare al Villain alato.
Scusami se ci giro intorno, ma per ora questo è l’unico modo in cui posso farti avere il mio messaggio. Perciò cerca di capirlo, papà.
Touya se ne andò con la stessa velocità con la quale era arrivato, lasciando Endeavor e i suoi tirocinanti leggermente spaesati.
“Forse ha un appuntamento con la sua misteriosa ragazza” suggerì Shouto.
***
Quando tornò al Quartier Generale Dabi scoprì di come tutti o quasi fossero al corrente della sua breve fuga. Liquidò la questione mascherandola come l’ennesimo tentativo di diffondere l’ideologia di Destro.
“Avevo bisogno di sgranchirmi le idee. Non riesco a starmene per troppo tempo con le mani in mano” aggiunse notando la figura di Hawks fare capolino da dietro una colonna. Decise di ignorare il resto dei presenti per dirigersi verso di lui.
“Fammi indovinare, sessione di autografi?” Touya sorrise, divertito da quell’affermazione.
“Non posso nasconderti davvero nulla” e si incamminarono insieme per raggiungere il luogo dell’ennesima riunione segreta. Probabilmente il compito di Hawks era quello di scortarlo, si trovò a pensare l’eroe. Aveva capito di come i propri movimenti fossero costantemente limitati e monitorati. Aveva pure un satellite che controllava ogni suo passo ed origliava ogni sua conversazione. Quei Villain non erano degli sprovveduti, lo avevano messo con le spalle al muro.
L’Unione non si fidava ancora di lui e non poteva biasimarli per questo. Anche i suoi interventi alle riunioni ne erano una prova. Touya veniva convocato solo per rapporti sporadici e allontanato prima che venissero affrontati argomenti cruciali. Non poteva nemmeno preparare una strategia per contrastare il nemico, in quanto non disponeva di informazioni sufficienti. Era frustrante. Doveva mantenere la calma, con una sola mossa falsa poteva mandare a monte l’intero piano.
Una volta congedato, l’eroe si rimise a vagare per l’edificio ripensando ai fatti di quel pomeriggio
“L’hai incontrato di proposito vero?”
Nemmeno un’ora dopo Takami Keigo era nuovamente davanti a lui e lo fissava con irritazione. Non servivano spiegazioni, Touya aveva capito benissimo a chi si stesse riferendo e del perché lo avesse cercato.
“Per puro caso” ammise, incrociando le braccia dietro la testa. L’occhiata che il Villain gli rivolse fu abbastanza eloquente. Non sarebbe stato facile convincerlo del contrario.
“Te ne sei andato in città perché sapevi di trovarlo. Tu volevi incontrarlo. Speravi forse di passargli qualche informazione su di noi?” Touya cercò di dissimulare il proprio nervosismo evocando una fiamma tra le mani, giocandovi distrattamente. Hawks riusciva ad anticipare e leggere le sue mosse senza sforzo. Aveva un intuito incredibile, sarebbe stato un ottimo Hero, non poteva evitare di pensarlo.
“È stato davvero un caso. Mi volevo solo sgranchire un po ' le idee. Ho visto dei movimenti sospetti così sono intervenuto”
“Ma che bravo eroe” commentò l’altro con sarcasmo.
“Pensala come ti pare ma ricorda che per il mondo io sono ancora il Number Three. Cosa avrei dovuto fare?”
“Tra tutti proprio lui. Penso che sia una stupenda coincidenza, non trovi? Come anche il fatto che fosse insieme ai ragazzini”
“Eri presente alla riunione, non è accaduto nulla di diverso da quanto ho riportato o da quanto i filmati ti abbiano mostrato” Dabi non riusciva a comprendere quali fossero le reali intenzioni di Hawks, che gli studenti dello Yuei fossero nell'interesse dell’Unione dei Villain era plausibile, visti i loro trascorsi. Aveva anche pensato fosse un bene che li avessero sottovalutati ma non capiva dove volesse andare a parare.
“Così hai incontrato anche Shouto”
“Lascia fuori mio fratello da questa storia” Hawks lo superò
“Vattene mi sei di intralcio”
“Qualche tempo fa mi hai accusato di nascondere qualcosa, mentre ora lo stai facendo tu. Perché mi hai chiesto di Shouto?”
“È carino” quella risposta non gli piacque per niente,
“Non scherzare col fuoco Keigo” mentre pronunciava quelle parole, Dabi si avvicinò di un paio di passi. Erano vicini. Troppo. Hawks lo aveva previsto per quello aveva tentato di fuggire. Era finito in trappola.
“Ma a me il fuoco è sempre piaciuto” lo sfidò.
“Potresti finire con lo scottarti queste belle piume” sussurrò Dabi sfiorando una delle sue ali, causandogli una serie di brividi incontrollati.
“Vorrà dire che correrò il rischio” rispose con un mezzo sorriso.
Provocare quel ragazzo gli veniva naturale. Fu allora che l’Hero lo afferrò per la vita tirandolo verso di sé. Hawks non ebbe tempo o modo di reagire.
Le sue labbra entrarono in contatto con quelle di Dabi e non fu più in grado di pensare ad altro. Ogni suo piano di conquista o vendetta morì in quel bacio.