(My Hero Academia) - Unexpected Feelings
Mar. 21st, 2023 09:54 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Cow-t 13 – Quinta settimana – M4
Prompt: Qualcosa di inaspettato
Numero Parole: 2922
Fandom: My Hero Academia
Note: Au Villain Hawks x Pro Hero Dabi sempre loro.
Todoroki Touya era sempre più confuso. Da un lato c’era la propria missione, di cui comprendeva pericolosità e importanza, dall’altro il Villain alato che, a pochi metri da lui, non la smetteva di osservarlo con curiosità mista a sospetto. Dabi sapeva come il proprio rapporto con Hawks fosse ambiguo sotto molti punti di vista ma non poteva né voleva rinunciarvi. Sarebbe stato tutto molto più semplice se il biondo avesse avuto un carattere simile a quello di Twice. Il Number Three si trovò inconsciamente ad abbozzare un sorriso, se fosse stato così probabilmente non si sarebbe divertito tanto. Tra lui e Hawks era una sfida continua e forse era proprio questo a rendere le cose interessanti.
Takami Keigo non si era mai fidato di lui. Aveva sempre saputo di come Dabi fosse una spia ma non aveva mai trovato prove che potessero dimostrarlo.
Stavano camminando l’uno accanto all’altro, attraversando un bosco che li avrebbe condotti al quartier generale. Hawks avrebbe potuto benissimo coprire quella distanza in volo ma aveva preferito proseguire accanto al Pro Hero. Per tenerlo d’occhio. Continuava a ripetersi nella propria mente, preferendo ignorare le sensazioni che la sua sola vicinanza gli provocava.
Fu il Number Three Hero il primo a parlare mentre osservava gli ultimi raggi di sole scomparire dietro l’orizzonte. Se c’era qualcosa di peggio che essere ignorati da Hawks era rimanere in silenzio in sua compagnia. Touya odiava quei momenti, lo mettevano a disagio, anche se non lo avrebbe mai ammesso.
“Quando ero piccolo scappavo spesso di casa e correvo ad allenarmi in un luogo simile” confessò, cogliendo il biondo di sorpresa distogliendolo dai propri pensieri.
“Touya” esordì, ma l’eroe non lo fece proseguire,
“Mio padre ha sempre avuto un solo desiderio, rendermi un eroe più grande di All Might. Il mio compito era quello di superarlo, diventare il migliore. Quando il mio Quirk si manifestò per la prima volta però questo sogno iniziò ad incrinarsi”
“Spiegati meglio” non capiva dove l’altro volesse andare a parare con quella confessione.
“Le mie fiamme sono più calde rispetto a quelle di mio padre. Un tempo avevano la stessa colorazione, sono diventate blu durante gli anni dell’adolescenza. All’inizio i miei genitori temevano che avessi ereditato la costituzione fisica di mia madre e che il mio corpo non potesse sopportare un simile calore” Touya fece una pausa abbozzando un sorriso;
“Durante un allenamento, non ricordo come, finii con l’ustionarmi un braccio”
“È una cosa possibile?” domandò Hawks sorpreso. L’eroe scosse la testa;
“Di norma no” prese a spiegare, evocando una piccola lingua di fuoco nella propria mano destra, iniziando a giocarvi distrattamente.
“Le mie fiamme non possono bruciarmi” concluse.
“Allora come?”
“Quando un Quirk si manifesta per la prima volta, il corpo subisce dei piccoli cambiamenti per potersi adattare meglio ad esso. Successe solo in quell’occasione e non mi feci praticamente nulla ma tanto bastò a spaventare i miei genitori” il biondo annuì comprensivo.
“Posso solo immaginare la reazione di Endeavor” avrebbe dato qualsiasi cosa per osservare l’espressione sconvolta sul viso del Flame Hero
“Quella fu la prima volta che vidi la delusione riflessa negli occhi di mio padre. Era come se di colpo mi fossi trasformato in un fallimento. Seguirono settimane terribili in cui mi venne proibito di utilizzare il mio Quirk o allenarmi” un’ombra di oscurità attraversò lo sguardo dell’Hero mentre pronunciava quelle parole. Hawks se ne accorse ma non disse nulla. Non doveva essere stato facile crescere con quelle aspettative sulle spalle. Tuttavia ai suoi occhi Touya poteva ritenersi fortunato.
Ripensò a Takami e alle botte che aveva ricevuto da bambino solo per l’essere uscito di casa senza permesso. Così era trascorsa la sua infanzia, tra abusi fisici e verbali. Anche suo padre lo riteneva un fallimento, glielo ripeteva in continuazione, giorno e notte. Keigo però non aveva chiesto di nascere. Di quei momenti ricordava solo episodi sporadici, come i pianti di sua madre, o le giornate trascorse in lacrime stringendo tra le braccia il pupazzo di Endeavor, desiderando con tutto il cuore di poter diventare forte come lui.
La sua vita però aveva preso tutt’altra direzione. Fu in quel momento che Touya riprese a parlare;
“Mio padre aveva smesso di considerarmi. Da capolavoro mi ero trasformato in un fallimento, una delusione. Io però desideravo tanto compiacerlo. Volevo diventare un Hero ma soprattutto, volevo che lui tornasse a guardarmi, prestarmi attenzione”
“Tipico atteggiamento da moccioso viziato” Dabi finse di non averlo sentito,
“Il suo sogno era diventato il mio. Non sopportavo quell’atteggiamento, quella freddezza”
“Se c’è una cosa che ho capito in tutti questi anni è che voi Todoroki non sapete davvero come affrontare le situazioni scomode, quindi preferite evitarle.” Touya annuì pensando a come il Villain avesse centrato il problema. Come sempre Hawks riusciva a intuire i suoi pensieri. Non si sarebbe mai aspettato di incontrare un individuo simile. Abbassò il capo, riprendendo con il proprio racconto;
“Invece che ascoltare le parole di Endeavor decisi di scappare sul picco di Sekoto per continuare ad allenarmi di nascosto. Volevo diventare un eroe, non potevo rinunciare a quel sogno”
“Eri davvero un piccolo ribelle” Dabi abbozzò un sorriso, alzando nuovamente il volto per incrociare due iridi ambrate illuminate dalla luce del tramonto.
“Non ho mai avuto un carattere facile, penso di aver ereditato la testardaggine di mio padre. Fortunatamente, al successivo controllo medico, il mio corpo risultò essersi adattato perfettamente al mio Quirk. Riuscivo a controllare sia il calore sprigionato dalle mie fiamme che sopportare il freddo, per cui non sarei andato incontro a problemi come il surriscaldamento. Ero tornato ad essere il figlio perfetto, un trofeo da esibire.”
“Perché mi stai raccontando tutto questo?”
“Per ottenere la tua fiducia. Dimostrarti che sono diverso dall’immagine che altri hanno costruito su di me”
“Resti comunque un ragazzino viziato che ha deciso di ribellarsi al proprio padre, unendosi ad un gruppo di criminali solo per attirarne l’attenzione”
“Lo pensi davvero? È così che mi vedi?”
“Lo pensavo prima di conoscerti. La tua storia è convincente Touya ma devi impegnarti di più, se vuoi la mia fiducia devi guadagnartela. Sei bravo con le parole ma al sottoscritto, e soprattutto a Shigaraki, interessano di più i fatti”
“Cosa altro vuoi che faccia?” Hawks finse di pensarci per qualche secondo,
“Potresti sfruttare la tua fama di Number Three per diffondere l’ideologia di Destro. Non avevi usato questa scusa per allontanarti durante le feste?”
“Non era una scusa, l’ho fatto veramente” Dabi assunse un’espressione quasi offesa;
“Sì certo, qualche Heroes si è unito alla nostra causa ma non è sufficiente, se vogliamo distruggere questo mondo dobbiamo impegnarci di più Todoroki Touya”
“Voglio assistere alla caduta degli Heroes e di mio padre”
“Allora devi smetterla di parlare e iniziare ad agire” il volto del Villain era vicinissimo. I capelli biondi illuminati dalla fioca luce del tramonto sembravano andare a fuoco davanti ai suoi occhi. Touya si trovò e deglutire a fatica mentre scacciava dalla propria mente simili pensieri. Non riusciva a capire perché fosse tanto attratto da Hawks. Provò a dirottare la propria attenzione su altro, come le piume che spuntavano dalla schiena del Villain. Le aveva sempre trovate interessanti oltre che pericolose. Si chiese come sarebbero risultate al tatto e se fossero simili a quelle degli uccelli.
“Farò del mio meglio, come sempre” riuscì a mormorare, cercando di apparire convincente mentre recitava per l’ennesima volta la propria parte. Il Villain scosse la testa facendo un ulteriore passo in avanti. A quel punto Dabi poteva chiaramente sentire il respiro caldo di Hawks contro la propria pelle. Chiuse gli occhi, preferendo rimanere immobile, in attesa della prossima mossa.
“Ormai riesco a capire quando stai mentendo” sussurrò il biondo a un millimetro dalle sue labbra. Fu allora che l’Hero scattò, spingendolo via attivando il proprio Quirk.
Hawks scoppiò a ridere. Lo aveva provocato di proposito ma assistere a quella reazione si era rivelato più divertente del previsto.
“Sei un bastardo” urlò il Number Three completamente avvolto dalle proprie fiamme.
“Sono un criminale, anche se detto da un doppiogiochista come te suona quasi come un complimento”
“Cosa speravi di fare?” Hawks non smise per un solo secondo di sorridere;
“Era un test” si limitò a rispondere, incurante dello sguardo omicida che l’altro gli stava rivolgendo o delle fiamme sempre più intense che scaturivano dal suo corpo.
“Se speravi in un altro bacio ti è andata male”
“Non sono io quello che ha chiuso gli occhi” si divertì a provocarlo
“Sta attento Keigo, se continui a giocare col fuoco presto o tardi potresti finire con lo scottarti”
Non era così che avrebbe voluto concludere quella conversazione. Touya era il primo a non riuscire a fare chiarezza o mettere ordine tra i propri sentimenti. Hawks non aveva motivo di baciarlo, eppure per una frazione di secondo il Pro Hero ci aveva quasi sperato. Aveva chiuso gli occhi, in attesa di ripetere quel contatto che nei suoi ricordi si stava facendo sempre più effimero. Non era facile riuscire ad ammettere che sì, in quel momento avrebbe voluto sentire nuovamente le labbra di Hawks sulle proprie. Era ancora una volta più semplice fingere il contrario, interpretare un ruolo. Calarsi una maschera sul volto allontanandosi dai propri desideri.
“Se volevi che ti baciassi bastava dirlo”
“Smettila di giocare Hawks”
Purtroppo non lo stava facendo. Keigo aveva rischiato di perdere il proprio autocontrollo e commettere una pazzia. Gli aveva sussurrato quelle parole con il chiaro intento di provocarlo. Era il desiderio di baciare Dabi ciò che il Villain non aveva previsto. Todoroki Touya era il figlio dell’uomo che gli aveva rovinato la vita, Hawks lo sapeva fin troppo bene. Era il nemico, un lupo travestito da agnello. Eppure quando si era trovato quel volto ad una spanna dal proprio, quella convinzione aveva vacillato come il proprio auto controllo. Hawks si era soffermato su quei capelli candidi come la neve, decisamente troppo chiari per i suoi gusti. Il Villain si era domandato più volte come sarebbe stato allungare una mano ed infilarla in quella chioma, accarezzandola. Touya aveva chiuso gli occhi e lui aveva fatto lo stesso. Sarebbe bastato così poco per colmare quella distanza, ma l'istinto di Hawks ancora una volta aveva avuto la meglio. Il Villain non avrebbe ceduto così facilmente, quello in fondo poteva essere l'ennesimo inganno di Dabi. Il biondo non se la sentiva di escludere quell'opzione, per quanto improbabile potesse sembrare.
Accettare di provare un certo tipo di sentimenti non era facile. Soprattutto verso il figlio dell’uomo che aveva eletto a propria nemesi.
Prima di allora, Hawks non si era mai trovato in una situazione simile. Aveva avuto molte storie occasionali, relazioni nate con il solo scopo di soddisfare un bisogno fisico, appagare un desiderio momentaneo. Il biondo aveva usato il sesso in molti modi nella sua vita, anche come merce di scambio, per reperire informazioni o ottenere dei favori. Non si era mai fatto scrupoli o problemi a barattare il proprio corpo, era un modo come un'altro per sopravvivere in quel mondo. Hawks l’aveva sempre pensata così, almeno fino al giorno in cui Todoroki Touya era entrato nella sua vita.
Takami Keigo era troppo intelligente per potersi permettere di pensare il contrario. Il figlio di Endeavor non era come tutti gli altri e non lo sarebbe mai stato. Era questa consapevolezza la cosa più difficile da accettare. Dabi era stato un'eccezione a molte cose. Era questo a renderlo tanto pericoloso. Con Touya non sarebbe mai potuta essere una storia di solo sesso. Hawks si era avvicinato troppo a quella fiamma, come Icaro aveva fatto con il sole. Sapeva di doversi allontanare da quel calore prima che la sua intensità arrivasse a bruciargli le ali.
Era arrivato a confessargli dettagli sul proprio passato. Gli aveva persino raccontato della morte di sua madre. Per l’ennesima volta Dabi lo aveva sorpreso. Non lo aveva mai giudicato né accusato. Si era limitato ad ascoltarlo e condividere altri dettagli della propria vita permettendogli di conoscere il ragazzo che si nascondeva all’ombra della fama di Endeavor.
Hawks si prese qualche istante per osservare meglio la schiena del Number Three a qualche metro a lui. Dopo quel breve scambio di battute era calato nuovamente il silenzio tra loro. Al Villain in fondo non dispiaceva, aveva bisogno di una tregua da quello sguardo per concentrarsi meglio sul prossimo futuro.
Si sorprese nel constatare come Touya fosse poco più alto di lui dopo che lo vide abbassarsi per evitare un ramo. Il Villain sorrise quasi senza accorgersene, ripensando alla prima volta in cui aveva udito il nome di Dabi. A quel tempo non si era ancora unito all’Unione dei Villain, era solo un piccolo criminale alla ricerca di un modo per ottenere la propria vendetta contro una società corrotta e marcia fino alle fondamenta.
Quel giorno, stava camminando distrattamente per le vie di Fukuoka quando sullo schermo di un televisore era comparsa un’intervista in cui veniva mostrato un arresto compiuto da un certo Blue Flame Hero. Un ragazzino che a soli sedici anni aveva ottenuto la licenza da Hero, bruciando letteralmente le tappe. Hawks aveva osservato a lungo quel moccioso praticamente suo coetaneo trovandolo irritante e arrogante. Dabi sembrava essere a proprio agio davanti alla telecamera, entusiasta di raccontare al mondo il proprio arresto. Fu una domanda a smorzare l’umore di entrambi;
“Tuo padre Endeavor sarà sicuramente fiero di aver cresciuto un tale Hero. Quali pensi che saranno le sue prime parole al riguardo?”
Il biondo aveva sgranato gli occhi. Non ci poteva credere. Quel moccioso era il figlio dell’uomo che gli aveva rovinato la vita. Touya, questo era il nome di quel ragazzino dallo sguardo impertinente, aveva sorriso per poi rispondere con un filo di voce,
“Non ho fatto nulla di eccezionale o degno di lode, solo il mio lavoro. Penso che anche mio padre la veda in questo modo”
“Come è essere il figlio del Number Two? Dell’uomo secondo solo a All Might?”
Hawks aveva visto un’ombra attraversare lo sguardo di Touya, prima che l’ennesimo falso sorriso ne prendesse il posto. Solo di recente aveva compreso i retroscena di quel giorno. I sentimenti di Dabi mentre le proprie gesta venivano oscurate dalla fama di suo padre. La sofferenza nel dover recitare un ruolo che la società e la sua stessa famiglia gli avevano imposto.
“Keigo” iniziò Touya strappandolo dal filo dei propri ricordi e pensieri, fermandosi all’improvviso e voltandosi verso di lui.
“Che vuoi ora?” aveva risposto il Villain forse troppo velocemente o bruscamente. In quel momento prendere le distanze era la soluzione migliore. Lo stava facendo per il bene di entrambi.
“Vorrei davvero chiarire le cose. Odio questa situazione. Questo silenzio”
“Non c’è nulla da chiarire”
“Questo non è vero”
“Touya smettila di girarci intorno”
“Lo farò quando tu la smetterai di evitare il problema”
“Ascoltami bene eroe. Questo non è un gioco”
“Ne sono consapevole”
“A me non sembra. Più ti conosco e più continuo a pensare di come in fondo tu sia ancora lo stesso ragazzino che desiderava solo ottenere l’approvazione di suo padre. Ti sei unito ai Villain per fargliela pagare ma in realtà questo è solo l’ennesimo capriccio”
“Credevo che mi avessi dato il beneficio del dubbio”
“Non posso fidarmi di te Touya”
Se lo facessi dovrei accettare il fatto di essermi innamorato di te.
“Mi impegnerò per farti cambiare idea” Hawks sorrise, compiaciuto. Era questo che lo aveva sempre intrigato, quella testardaggine contro la quale si era scontrato sin dal giorno in cui le loro strade si erano incrociate.
“Sei fastidioso come tuo padre”
“In fondo però ti piaccio”
“Stai nuovamente tirando la corda Touya”
“Sei venuto a cercarmi oggi”
“Solo per tenerti d’occhio”
“Non raccontare bugie a un bugiardo”
“Ho detto la verità non interpretarla sempre come ti fa comodo”
“Prima volevi davvero un bacio?” si guardarono negli occhi, leggendovi lo stesso desiderio che mai avrebbero esternato ad alta voce.
“E tu Touya?” il figlio di Endeavor abbassò lo sguardo,
“Ci porterebbe su di un sentiero pericoloso” lui aveva una missione. Hawks era il nemico. Non poteva provare simili sentimenti. Non per lui. Troppe vite erano in gioco, era una partita più grande di loro. Il Villain scosse il capo,
“Ed ecco che torna il piccolo principe viziato”
“Se lo fossi davvero non mi farei problemi a prendere ciò che voglio”
“Mi vuoi Touya?” sussurrò facendo un passo in avanti.
“Dovresti saperlo”
“Sei un vero bastardo”
“Ormai sono un Villain”
“Se fosse vero spezzeresti il cuore di tuo padre”
“Non puoi proprio evitare di nominarlo?” mormorò fintamente irritato. Hawks fece un passo in avanti facendolo indietreggiare.
“Resterai sempre il figlio di Endeavor”
“Per questo hai così tanta paura di avvicinarti a me?”
“Non ho paura, è più una sensazione. Io so che nonostante tutto tu resterai per sempre un eroe. Forse è vero, odi tuo padre ma non arriveresti mai a combatterlo su di un campo di battaglia”
“Questo è l’ennesimo test?”
“No. Sto cercando di spiegarti come tra noi non potrà mai esserci nulla” Touya scoppiò a ridere prima di evocare una fiamma costringendo il Villain ad allontanarsi.
“Bravo. Continua a mentire a te stesso”
“Smettila”
“Di fare cosa?” di guardarmi
“Di provocarmi”
Un solo passo li separava. Dabi rimase in attesa. L’onere della prossima mossa sarebbe toccato a Hawks.
“Keigo” sussurrò incatenandolo con il proprio sguardo.
“Va al diavolo” furono le uniche parole del Villain prima di gettarsi sulle sue labbra.