Mar. 8th, 2022

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Cowt-12 - Quarta Settimana - M3

Fandom: Bungo Stray Dogs 

Raiting: SAFE 

Numero Parole: 300







“Quando ha intenzione di presentarsi quello Sgombro di merda? Non abbiamo tutto il giorno”


Chuuya stava iniziando a perdere la pazienza. Stavano nel bel mezzo del più grande conflitto nella storia della città di Yokohama e di Dazai si erano perse le tracce. Di nuovo. Fissò prima il Boss, poi Kouyou. 


“Basta! Vado a cercarlo” urlò sbattendo la porta ed uscendo dalla sala riunioni.


Non si accorse del sorriso d’intesa che si scambiarono i due adulti di fronte a quella scena. 


“Non riescono davvero a stare lontani” commentò la donna nascondendo il proprio viso dietro un ventaglio rosa.


“Sono la punta di diamante sul quale intendo basare il nostro contrattacco. Non pretendo vadano d’accordo, diciamo che mi basta lavorino insieme” la donna non si lasciò trarre in inganno da quelle parole. 


“Cosa mi stai nascondendo?” Chiese sospettosa, Mori le rispose con un’alzata di spalle e si nascose dietro ai propri documenti.


“Ricordi come erano le vecchie riunioni? Quelli si che erano bei tempi” La donna dai capelli rossi storse il naso.


“Ai tempi del vecchio Boss non ero ancora stata promossa alla dirigenza, quindi non ne ho idea ma posso benissimo immaginarlo” gli concesse.


Mori prese a spiegare, improvvisamente di buon umore;


“Nella struttura della Port Mafia sono presenti un Boss e cinque dirigenti. Da quando è stata creata l’Organizzazione questa è la prima volta che abbiamo così tanti posti vacanti”


“Perchè mi sembra che la cosa ti diverta?”


“Sto pensando di promuovere Dazai-kun” ammise incrociando le braccia sotto al mento. Fu il turno di Kouyou di sorridere;


“Pensiamo prima a sopravvivere a questa guerra” lo riprese;


“Mia cara, l’abbiamo già vinta. Dazai mi ha detto di avere una strategia” 


“Allora la sua presenza alla riunione di oggi non era indispensabile”


“Esatto. Ma non dirlo a Chuuya-kun” 


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“La riunione ti sta forse annoiando Paul?” 


La spia dai capelli biondi alzò il capo dalla pila di documenti che teneva tra le mani. Non capiva perchè Arthur avesse insistito tanto che anche lui fosse presente. Non gli importava nulla dei dettagli dell’operazione. Da quello che aveva capito, dovevano solo infiltrarsi, recuperare un soggetto potenzialmente pericoloso e riportarlo in Francia. Non aveva bisogno di sapere altro, ma evidentemente il suo partner era di tutt’altro avviso.


“Si, mi sto annoiando” rispose poggiando i documenti sul tavolo ed incrociando le lunghe gambe. 


Arthur Rimbaud alzò gli occhi al cielo, mentre il resto dei presenti fissava entrambi i trascendentali e quello scambio di battute.


“Per la buona riuscita dell’operazione è necessario vagliare tutte le informazioni in nostro possesso. Abbiamo un piano ma ci possono essere un’infinità di variabili non previste”


Paul piegò il capo;


“Abbiamo concluso con successo un sacco di missioni, cosa c’è di diverso in questa?” 


Eccola, la domanda che tutti avevano atteso trattenendo il fiato.


“Paul hai letto il rapporto?” Evidentemente no.


“Il soggetto in questione ha un’Abilità simile alla vostra Black, ehm cioè Monsieur Verlaine” il biondo essere artificiale inchiodò con uno sguardo l’impiegato che aveva avuto l’ardire di rivolgersi a lui. L’uomo tremò dopo aver incrociato quegli occhi di ghiaccio.


Fu come solito l’intervento di Rimbaud a calmare gli animi.


“Il nostro obiettivo è un dotato, una nuova arma artificiale. Anche se dal rapporto compare abbia le sembianze di un ragazzino non va sottovalutato. Ha il potere di distruggere il mondo” finì con lo spiegare.


Verlaine accennò ad un sorriso, poi tornò serio, riprendendo in mano i fogli ed iniziando a leggerli con rinnovato interesse. Arthur lo fissò confuso per qualche secondo.


“Prego, prosegui voglio sapere altro sul mio caro fratellino


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Cowt-12 - Quarta Settimana - M3

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Numero Parole: 300






Era da poco passata la mezzanotte. Nella sala riunioni della Port Mafia quella sera, regnavano solo oscurità e silenzio. La figura avvolta in un completo nero fece il suo trionfale ingresso, seguita da una più piccola che sembrava essere stata trascinata li a forza e decisamente contro la propria volontà.


Il primo a parlare fu un vecchio dalla voce profonda, il viso solcato da un’enorme cicatrice;


“Mori-sensei esigo una spiegazione, cosa vuol dire esattamente che il Boss è morto?” l’uomo in nero, che rispondeva a quel nome incurvò le labbra accennando ad un sorriso di scherno;


“Il Boss è deceduto questa notte in seguito all’improvviso aggravarsi del suo stato di salute. Prima di andarsene però è riuscito a confessarmi le sue ultime volontà” il resto dei presenti trattenne il fiato.


“E’ per questo che ci ha convocati nel cuore della notte?” si interrogò una seconda voce. Il medico non smise per un secondo di sorridere;


“Esatto. Con le sue ultime volontà il Boss ha lasciato al sottoscritto il comando” di nuovo seguirono attimi di silenzio.


“Credi davvero che possiamo prendere per buona una simile dichiarazione?” ruggì l’uomo dalla cicatrice facendo qualche passo in avanti avvicinandosi pericolosamente a Mori.


“Io ero là. Ho visto e sentito tutto. Non ha mentito, il vecchio stava delirando ma prima della fine ha avuto un ultimo barlume di lucidità, tanto da nominare il proprio medico a suo successore” a parlare era stata la seconda figura che era entrata nella stanza, a cui nessuno dei presenti aveva fatto caso fino a quel momento. Apparteneva ad un ragazzino anch’esso vestito di nero, che si confondeva benissimo con l’ambiente intorno a lui, tanto da essere passato inosservato.


“E tu chi saresti?” il fanciullo rispose tranquillamente;


“Osamu Dazai piacere di conoscervi” Quello fu solo l’inizio.



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Il Boss della Port Mafia aveva appena finito l’ennesima interminabile riunione con i rappresentati di un’organizzazione cinese, quando il proprio pupillo aveva fatto irruzione nella stanza con un’insolita aria di spavalderia.


“Mori-san ho una proposta allettante da sottoporre alla tua attenzione” l’uomo alzò un sopracciglio invitandolo a proseguire;


“Durante la mia ultima missione, ho incontrato una persona” interessante;


“Una persona?” Domandò solo per essere certo di aver sentito bene. Era strano vedere Dazai manifestare interesse per qualcosa figuriamoci per una persona. Il Boss stentava a credere alla proprie orecchie;


“Lavorava come postino..”


“Postino” ma prima che potesse dire altro Dazai riprese a parlare come un fiume in piena;


“Ha fatto credere esistesse un’intera organizzazione nell’ombra quando in realtà si trattava di lui. È intelligente, mi ha battuto a pocker” la faccenda si stava rivelando di minuto in minuto sempre più interessante;


“pocker?”


"Possiede un'Abilità che gli permette di vedere qualche secondo nel futuro” Mori sorrise iniziando a pensare a come poter sfruttare un simile potere a suo favore;


“L’unico difetto se così lo vogliamo chiamare è che si rifiuta di uccidere. Non mi ha fornito dettagli in merito” il Boss aprì e richiuse la bocca, questo poteva rivelarsi un problema.


“Cosa intendi con: non uccide?” 


“Semplicemente che si rifiuta di farlo nonostante credo che si sia addestrato nell’uso delle armi da fuoco. L’ho visto impugnare una pistola. Non è un principiante, è del mestiere”


“Dazai-kun perché mi stai parlando di questa persona?”


“Perché ho intenzione di invitarlo nell’Organizzazione”

Per la prima volta Mori fissò quel ragazzino con stupore; non si sarebbe mai aspettato un comportamento del genere soprattutto dal demone prodigio della Port Mafia;


“Garantisci tu per lui?” Chiese solo per divertimento;


“Certamente”


“E sentiamo ha un nome questo tuo amico?”


“Oda Sakunosuke”


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Natsume Soseki fissò i due giovani uomini davanti a lui, avevano appena finito di litigare e i loro volti ne portavano segni.


“Sapete la ragione per la quale vi ho fatto chiamare?” Domando’. I due scossero il capo.


“Vorrei parlarvi della strategia dei 3 poteri. Mentre il governo si occuperà di vegliare sulla città alla luce del sole vi sarà bisogno di qualcuno che lo faccia col favore delle tenebre” e dicendo queste parole incrociò lo sguardo di Ougai Mori. 


“Saresti interessato a guidare la Port Mafia?” 


Il medico non credeva alle proprie orecchie; 


“Io sensei?”


“Sei il più indicato. Sei ambizioso ed estremamente intelligente. Hai vissuto sulla tua pelle gli orrori della Guerra, sei disposto a sporcarti le mani quando serve” poi si voltò verso Fukuzawa rimasto fino a quel momento in religioso silenzio, immerso nei propri pensieri;


“Per te ho pensato a qualcosa di diverso. Non sei come il tuo amico”


“Non siamo amici” risposero in coro i due. Soseki rise;


“Si chiamerà Agenzia dei Detective armati e opererà in quella zona grigia tra la legalità e l’illegalità. Questo basterà per mantenere l’equilibrio e proteggere quanto abbiamo di più caro”


“Con tutto il rispetto Natsume-sensei, io non sono tagliato per essere un detective”


“Credi che io sappia come essere un mafioso?” Fu la risposta di Mori. Sokeki prosegui


“Se c’è una cosa che avete in comune è l’amore per questa città. Arriverà un giorno in cui dovrete proteggerla, ci attendono tempi bui”


“Perché ha scelto noi?” Si interessò Fukuzawa;


“Vi ho osservato, insieme siete imbattibili ma penso che anche divisi possiate in qualche modo fare la differenza e completarvi a vicenda. Solo un diamante può lucidarne un altro”


“È questo lo scopo di questa riunione?” Chiese Mori;


“Si, vi sto affidando la città di Yokohama abbiatene cura”



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“Intendi davvero fermare Verlaine in questo modo?” Mori aveva osservato a lungo il volto del proprio pupillo semi nascosto dall’oscurità. Poteva notare la decisione attraversare quegli occhi scuri, ma desiderava ugualmente avere una conferma. Sapeva fin troppo bene come i piani di Dazai si fossero sempre rivelati eccellenti, ma questa volta la situazione era pericolosa, servivano delle contromisure all’altezza e voleva essere certo che Dazai stesso ne fosse consapevole.


“Tra poco convocherò una riunione con il resto dei dirigenti e..”


“Ti serve davvero avere il loro permesso?” Lo interruppe il sedicenne con aria annoiata, giocherellando con la manica scura del proprio cappotto;


“Attento ragazzino, non sfidare la mia pazienza” tuttavia stava sorridendo.


“Dico solo che sei il Boss della Port Mafia e siamo in una situazione di estrema emergenza. Potresti approvare la strategia anche senza interpellare i tuoi sottoposti. Ne hai l’autorità” E sottolineò l’ultima parola. Mori a quel punto scoppiò a ridere;


“È in questi frangenti che ti vedo per il ragazzino che sei. Hai ragione Dazai-kun io possiedo l’autorità necessaria per fare qualsiasi cosa, ma abbiamo bisogno di questo teatrino. Ci sono dei giochi di potere che devi ancora comprendere. Questo è il mondo degli adulti” 


“Non mi interessa come non mi interessano queste subdole strategie”


“Un giorno questi miei insegnamenti potrebbero rivelarsi utili, quando mi ucciderai e siederai sul trono..”


“Non mi interessa neppure guidare la Port Mafia.Sa benissimo quale sia il mio unico desiderio” Mori alzò gli occhi al cielo; 


“Perché un ragazzino ha così tanta fretta di morire?”


“Perché la vita ha un qualche senso? Quante volte abbiamo già affrontato questo discorso?”


“Hai ragione. Su ora spiegami come hai intenzione di distruggere questa bestia..”


“Ha deciso di aspettare il resto dei dirigenti?” Chiese divertito;


“Come ha sottolineato qualcuno, non abbiamo tempo”


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Due uomini stavano camminando lungo gli champs Élysée, anzi era più corretto affermare che stessero correndo; attirando l’attenzione dei passanti.


“Ci stai ancora pensando vero?” Domandò quello dai capelli corvini che stava tendando dispersamente di stare al passo del biondo a pochi metri da lui. Il suo sguardo adirato prometteva solo tempesta.


“Quel bastardo del primo ministro mi ha mancato di rispetto” si lamentò continuando quella folle corsa.


“Questo Paul perché lo hai offeso” gli fece notare con una pazienza che non credeva di avere;


“Ho solo detto ciò che pensavo di lui” Arthur Rimbaud alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa. Avrebbero dovuto lavorare parecchio su quell’aspetto del carattere del compagno;


“Durante una riunione, soprattutto se fatta con esponenti delle alte sfere, non sempre la sincerità è opportuna” il biondo arrestò la propria corsa ma solo per rivolgergli un’occhiata confusa e quasi delusa;


“Mi stai dicendo che bisogna mentire?”


“Non mentire, ma prestare attenzione alle proprie parole. A volte la lingua può essere un’arma più pericolosa e affilata di una spada” Verlaine non sembrò molto convinto;


“Quindi che dovrei fare? Annuire e restare in silenzio? Anche se in fondo è quello che ci si potrebbe aspettare da un mostro senza un’anima. Arthur preferì ignorare la seconda parte di quel commento.


“Devi imparare a leggere l’atmosfera, fare attenzione ad ogni particolare, ogni movimento del corpo, o pausa nella conversazione. Sei un agente segreto ora”


“Non ufficialmente”


“Sei il mio partner”


Gli sorrise sperando di essere riuscito a calmarlo.


“Alla prossima riunione farò più attenzione” annunciò solennemente per poi aggiungere;


“Se il primo ministro mi rivolge ancora la parola posso ammazzarlo e farlo passare per un incidente?”


Rimbaud scosse la testa;


“Lo sai che non ammazziamo indiscriminatamente”


“Ha osato dire che sono la tua ragazza” 


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“Quando il Boss mi ha detto dove trovarti non potevo crederci” Chuuya incrociò le braccia al petto osservando l’uomo biondo seduto su di una poltrona color glicine. Si trovavano nei sotterranei della Mori Corp dove sorgeva l’edificio che fungeva da sede principale della Port Mafia. Il ragazzino non sapeva nemmeno dell’esistenza di quei locali prima di quel pomeriggio.


“Mi ha offerto un lavoro” rispose Verlaine accavallando le gambe;


“E avete aspettato un mese prima di dirmelo”


“Mori non era sicuro di come avresti preso la notizia”


“Cosa vuoi realmente? Devi avere un piano, non posso credere che tu abbia accettato di unirti a noi così, non dopo tutto il casino che hai combinato”


“Non mi è rimasto nulla” Quella spiegazione non era sufficiente. Quel mostro aveva ucciso i suoi amici e molti altri membri della Mafia, come era possibile che il Boss lo avesse accettato nell’Organizzazione? 


“Beh che tu lo voglia o no sono diventato un Dirigente” dopo quella confessione il rosso esplose;


“Non ci posso credere! Prima il Boss ha promosso quell’idiota e ora tu” 


“Osamu Dazai, si era presente alla riunione di un paio di giorni fa” Chuuya ingoiò l’ennesima bestemmia stringendo i pugni.


“Non preoccuparti Petit Frère verrà anche il tuo momento”


“Non mi servono i tuoi incoraggiamenti o la tua pietà”


“Ho sempre voluto il tuo bene. Forse ho solo sbagliato modo per dimostrarlo”


“Va a quel paese”


“Sono sopravvissuto grazie ad Arthur, ha usato la propria Abilità su di me ed per questo sono ancora vivo”


“Hai ancora il tuo potere?” 


“E’ quasi del tutto scomparso. Per questo mi sono offerto di addestrare i giovani assassini” Chuuya scoppiò a ridere;


“Potrei insegnarti ” propose il biondo;


“no grazie passo”


“Chuuya?” 


“Si?”


“Puoi venire trovarmi quando vuoi”


“Non ci contare troppo”



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“Hai un aspetto orribile” Verlaine avrebbe riconosciuto quella voce tra mille, nonostante fossero passati molti anni dall’ultima volta che l’aveva udita. Alzò di poco il volto, solo per incontrare lo sguardo di Rimbaud davanti a lui. Il partner, che aveva tradito e quasi ucciso.


“Non è possibile. Sei solo un’allucinazione”


Verlaine svegliò di soprassalto nel proprio letto. Aveva sognato di nuovo la propria riunione con Rimbaud. Era trascorso il mese dal giorno in cui il suo compagno lo aveva salvato,  utilizzando la propria Abilità su se stesso. Verlaine lo aveva odiato, ma solo perché era arrivato a finalmente comprendere i propri sentimenti.


Arthur lo aveva reso umano e si era sacrificato per lui. Non c’era molto altro da dire. Era una verità difficile da accettare, ancora di più del fatto di aver perso la quasi totalità del proprio potere. 


Da quel giorno Rimbaud si divertiva a tormentarlo comparendo nei suoi sogni. Verlaine rivedeva il loro primo incontro, il giorno in cui avevano liberato il piccolo Chuuya, il loro scontro e alla fine, quell’ultima riunione in cui Arthur gli aveva donato una nuova vita. Un’esistenza che non aveva mai voluto o creduto di meritare. Aveva passato la metà della propria esistenza a credersi un mostro. Il suo partner invece lo aveva sempre considerato un essere umano. 


“Mi dispiace” 


Lo aveva ripetuto all'infinito continuando ad osservare il cielo notturno, seduto su un cumulo di macerie. Non avrebbe mai voluto che le cose tra loro andassero in quel modo. Aveva perso la ragione, ascoltato la parte più oscura del proprio animo che ora sembrava essere magicamente scomparsa. Questo era stato l’ennesimo regalo di Arthur.


Non aveva avuto nemmeno il tempo di comprendere un sentimento come l’amore che aveva perso la persona per lui più importante.


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“E con questo dichiaro…” 


“Kunikida-san” Atsushi aveva alzato la propria mano richiamando l’attenzione del biondo quattrocchi;


“Che succede?”


“Non possiamo iniziare la riunione manca Dazai-san” 


Tra i presenti calò uno strano silenzio che il ragazzo tigre non seppe come interpretare.


“Vedi Atsuhi-kun” iniziò a spiegare Tanizaki prima di venir investito dall’ennesimo abbraccio della “sorella”


“Dazai-san non partecipa mai alle riunioni” concluse Kenji prima di appisolarsi sul tavolo. 


La giovane tigre mannara rimase un pò confusa da quell’affermazione.


“Credimi ragazzo è meglio per tutti se Dazai non si presenta a questi incontri” fu la pacata risposta di Kunikida.


“Ricordo che però..” 


“Forse in un paio di occasioni è capitato” concesse 


“Non capisco”


“Dazai non ha bisogno di partecipare” fu la risposta di Ranpo rimasto fino a quel momento in silenzio, intento a mangiarsi l’ennesimo pacchetto di patatine;

“Sa cosa avviene in quest’Agenzia meglio di tutti noi. Non ha motivo di presenziare ai nostri incontri. Se in passato è stata richiesta la sua presenza era solo perché si trattava di situazioni d’emergenza. Dopo il sottoscritto, che è il più grande detective al mondo…”


“Ranpo” lo interruppe Kunikida;


“Beh ecco per farla breve Dazai è già informato di tutto, quindi non preoccuparti Atushi-kun”


“Ma è da questa mattina che non si fa vivo”


“Starà provando qualche nuovo metodo di suicidio”


Atsushi si arrese. Evidentemente per i suoi colleghi gli strani atteggiamenti di Dazai erano ormai la quotidianità, doveva smetterla di preoccuparsi per il proprio senpai. in quel momento il suo cellulare iniziò a squillare obbligandolo a ricevere un’occhiataccia di ammonimento da parte di Kunikida-san” si allontanò per rispondere, dopo essersi scusato con i presenti


“Atsushi-kun abbiamo un problema” esordì la voce di Dazai;


“Dovresti venire a prendermi”


“Ok dove sei?”


“A Kyoto”


“Eh?” Atsushi spense il telefono prima di tornare alla riunione


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