(Bungo Stray Dogs) - The Beginning
Feb. 26th, 2021 10:25 pm Cow-t 11 – Terza settimana – M3
Prompt: 002 Qualcosa che all’inizio è diviso poi è unito
Fandom: Bungou Stray Dogs
Rating: SAFE (menzioni a tentativi di suicidio)
Numero Parole: 1804
Note: come piace immaginarmi il passato di Dazai e Odasaku. Ho interpretato il prompt con Dazai e Oda che all’inizio conducono due vite per quanto simili, separate e si ritrovano uniti una volta entrati nella Port Mafia. Il loro rapporto è solo di amicizia, collaborazione, quello che volete. La descrizione si alterna da Oda a Dazai, separati fino al loro congiungimento finale
Era sempre stato un assassino. Non aveva fatto mai altro nella sua breve vita. Da quando aveva scoperto di possedere quella particolare Abilità l’aveva semplicemente sfruttata per farsi strada nel mondo. A nemmeno quattordici anni, Oda Sakunosuke era già piuttosto famoso nell’ambiente underground di Yokohama. Lavorava come sicario ed era anche molto bravo. Con o senza la sua Abilità era una macchina da guerra precisa e spietata, tanto da venir soprannominato “il demone rosso senza sentimenti”.
Dazai non aveva conosciuto altro se non la Port Mafia. Era semplicemente nato per appartenere a quel mondo oscuro. Non aveva esattamente avuto l’infanzia di un bambino normale, per lui c’era stata solo una lunga fila di morte e distruzione. Poi a quattordici anni aveva incontrato Mori. Aveva deciso che lo avrebbe aiutato nel suo folle piano di diventare il nuovo Boss e così era stato.
Oda non ricordava di aver avuto dei genitori, era stato abbandonato ancora neonato davanti ad un convento e lì era cresciuto, fino a quando aveva deciso di essere abbastanza grande da potersela cavare da solo. In realtà, aveva scoperto che i conti della struttura erano in rosso e non voleva diventare un peso per quelle brave persone che lo avevano accolto ed allevato, così aveva preferito andarsene. Aveva scoperto del suo potere per caso e complici una serie di fortunate coincidenze, aveva scelto d’intraprendere quella strada. Era solo un ragazzino e sebbene conoscesse la differenza tra bene e male si era trovato a non aver scelta, per sopravvivere sarebbe diventato un assassino.
Dazai era stato sempre viziato e coccolato da tutti. Era il classico principino con una schiera di servitori pronti ad esaudire ogni suo ordine e capriccio. Non aveva mai conosciuto i suoi genitori o saputo cosa fosse il calore di una famiglia. Aveva vissuto con suo nonno che lo aveva istruito al meglio delle sue capacità con un solo scopo; diventare il futuro Boss della Port Mafia. Nessuno gli aveva mai domandato se desiderasse fare altro, se avesse mai avuto qualche sogno nel cassetto. Per Osamu Dazai il futuro sarebbe stato intraprendere quel cammino fatto di morte. E la continua ricerca del sonno eterno divenne paradossalmente la sua ragione di vita.
Oda si era accorto di non provare nulla quando uccideva, nessun sentimento, rimpianto o rimorso, semplicemente premeva il grilletto, come un automa. Per togliere una vita veniva pagato profumatamente, del resto non gli importava. Non faceva domande, si limitava a seguire gli ordini. Complice la sua giovane età riusciva a svolgere anche gli incarichi più difficili, d’altronde chi mai poteva sospettare di un ragazzino ancora adolescente. Dietro di sé aveva raccolto in breve tempo una lunga scia di vittime. Non se ne curava, il giovane Oda Sakunosuke, dopotutto, quella era la strada che aveva scelto di percorrere.
Dazai non si ricordava della prima volta che aveva ucciso, probabilmente non aveva nemmeno compiuto dieci anni. Le sue giornate si dividevano tra studi ed allenamenti. Non sapeva cosa fosse un gioco, non gli era mai stato concesso il lusso di poter essere solo un bambino. Gli era stato insegnato a come ingannare il prossimo per ottenere ciò che voleva. Era bravo, molto, un vero prodigio. Con una sola frase poteva arrivare a distruggere la psiche di una persona. Dazai era l’orgoglio di suo nonno e della Mafia, per questo nessuno si sarebbe mai aspettato un tradimento da parte sua.
Quel giorno pioveva e Oda aveva trovato riparo in un edificio, che solo in seguito aveva scoperto essere una biblioteca. Aveva vagato per quei corridoi cercando un libro che potesse suscitare in lui un qualche interesse. Gli era sempre piaciuta la lettura, inoltre data la tempesta che imperversava fuori, ci sarebbe voluto del tempo prima che potesse lasciare quel posto, tanto valeva occupalo in qualche modo. Così aveva preso un libro da uno scaffale quasi per caso ed aveva iniziato a leggerlo. Non si era accorto Oda dello scorrere del tempo, si era appassionato così tanto da non aver fatto minimamente caso al clima. Solo dopo aver completato il primo volume aveva intravisto uno spiraglio di sole entrare da una delle finestre. Decise che il giorno seguente sarebbe tornato per leggere anche la seconda parte.
Dazai aveva incontrato Mori in un giorno di pioggia. Si era recato nella clinica affiliata alla Port Mafia dove operava perché aveva fallito l’ennesimo tentativo di suicidio. Non gli aveva fatto nessuna domanda quello strano dottore. Dazai era ormai abituato alla reazione della gente quando manifestava il suo desiderio di volersi togliere la vita. Quel Sensei invece non aveva detto nulla, si era limitato a ricucire i vari tagli che quella volta si era procurato e a rifargli completamente i bendaggi. Nessun commento fuori luogo, nessun rimprovero. Nulla.
“Perché vuoi morire?” Gli aveva chiesto solo quello, mentre si stava ormai allontanando e uscendo dalla porta. Dazai si era voltato a fissarlo per poi sorridergli;
“Perché dovrei continuare a vivere?” Così era iniziato il loro legame, che per quanto subdolo e ambiguo potesse sembrare in quel momento avrebbe portato sconvolgimenti nelle esistenze di molti, per non parlare di come sarebbe cambiata la città di Yokohama.
Oda era tornato in biblioteca. Si era preso un giorno di pausa dai suoi incarichi intenzionato ad andare avanti con la lettura che tanto lo aveva appassionato. In breve tempo aveva ultimato anche quel volume. Si diresse verso lo scaffale per recuperare anche la terza ed ultima parte ma non ve n’era traccia. Chiese alla bibliotecaria che non seppe fornirgli alcuna spiegazione utile; forse semplicemente non era stato riportato. Oda non si diede per vinto e impiegò il resto di quella giornata vagando di libreria in libreria cercando l’ultima parte di quel libro. Dopo una settimana di ricerche ancora nessuna traccia, si stava per arrendere Oda quando un uomo gli si avvicinò;
“Cosa leggi?”
Così era finito per raccontargli tutto, di come avesse amato moltissimo quella lettura eppure non era riuscito a trovarne l’ultima parte. La risposta che il misterioso interlocutore gli diede però ebbe il potere di lasciarlo senza parole:
“Perché non la scrivi tu?”
Non ci avrebbe mai pensato. Lui, diventare uno scrittore? Aveva spezzato così tante vite come avrebbe mai potuto essere in qualche modo degno di scrivere. Oda non lo sapeva ancora ma dopo quel giorno la sua vita sarebbe cambiata.
Dazai aveva accettato di partecipare al piano di Mori senza fiatare o porre obiezioni. Avrebbe ammazzato suo nonno, l’attuale Boss della Port Mafia. Lo stava facendo per il bene dell’intera Organizzazione e Dazai non poteva che concordare, quel vecchio ormai non era lucido, stava impartendo ordini assurdi, Yokohama presto sarebbe sprofondata nel caos. Così era rimasto lì, senza muovere un muscolo mentre Mori armato di bisturi lo sgozzava e ne prendeva il posto ai vertici della Mafia. Dazai aveva accettato di essere non solo il suo complice ma anche unico testimone delle ultime volontà del Boss precedente. Nessuno avrebbe messo in dubbio la sua parola, se l’erede del vecchio Boss approvava l’elezione di Mori, il resto della Port Mafia avrebbe fatto altrettanto. Anche la vita di Dazai sarebbe cambiata radicalmente da quel giorno, ma in quel momento non poteva saperlo.
Oda aveva cercato di reinventarsi, non era stato facile ma aveva abbandonato il lavoro di sicario. Era alla ricerca di un altro impiego, uno che gli avrebbe permesso di aiutare le persone, fare del bene, insomma migliorare almeno un poco. Così un giorno, avrebbe potuto ritirasi a vita privata, avrebbe acquistato una proprietà con vista sull’oceano e si sarebbe messo a scrivere il suo romanzo. Perso nei suoi pensieri finì con il scontrarsi con un ragazzino.
Dazai era diventato il braccio destro di Mori che ormai lo utilizzava sempre più spesso come suo portavoce. Era più faticoso del previsto, lui voleva solo passare le sue giornate alla ricerca di un metodo rapido e indolore per togliersi la vita. Invece eccolo correre su e giù per la città a impartire gli ordini del Boss. Era davvero stanco oltre che affamato, così non si accorse di un ragazzo che stava camminando nella sua direzione e finì con l’urlarlo.
Sia Dazai che Oda finirono a terra.
“Ahi che male guarda dove vai” si mise a strillare il moro. Non si era fatto nulla ma doveva in qualche modo palesare il suo disappunto per essere caduto. Aveva pure sporcato il cappotto di Mori. Sperò solo di non dover pagare di tasca sua la lavanderia;
“Guarda che sei tu che mi sei venuto addosso ragazzino” fu la risposta di Oda. Si tirò subito in piedi e gli tese la mano.
Dazai lo fissò sospettoso.
“Cosa ti fa credere che io sia solo un ragazzino”
Oda si prese qualche minuto per osservarlo. Già, non mentiva, quello non era un semplice ragazzino.
“Hai ragione. Non credevo che a Yokohama anche i bambini girassero con delle armi”
Il sorriso sul volto di Dazai si allargò, il rosso aveva notato le pistole. Interessante.
“Pensi che io sia armato?”
“Non lo penso ne ho la certezza. Ne tieni una nel fodero del cappotto e l’altra dietro la schiena, per non parlare delle due armi da taglio che nascondi, per ogni evenienza”
Dazai scoppiò improvvisamente a ridere afferrandogli la mano ancora sospesa a mezz’aria.
“Sono Osamu Dazai, molto piacere. Sei un ragazzo interessante sai? Come ti chiami?”
“Oda Sakunosuke”
“Bene Oda-kun anzi no, non mi piace come suona, ci vuole un soprannome migliore” finse di pensarci per qualche momento;
“Ho deciso d’ora in poi sarai Odasaku”
Il rosso lo guardò sorpreso per qualche secondo. Quello strano ragazzino lo incuriosiva sempre di più, minuto dopo minuto.
“Bè Osamu Dazai è stato un piacere ma ora devo andare e…”
“Se vuoi un lavoro posso offrirtelo”
Era tornato con lo sguardo rivolto verso Dazai;
“Lavora per la Port Mafia, hai avuto un addestramento militare vero?”
Il rosso non la smise di stupirsi;
“Ma come?”
“Sono un buon osservatore tutto qui, allora Odasaku che ne dici? Ti può interessare la mia offerta?”
“Solo ad una condizione” rispose “Mi sarà permesso non uccidere?”
Dazai lo fissò per qualche secondo prima di scoppiare nuovamente a ridere fino tanto da coprirsi il volto con entrambe le mani;
“Giuro non ho mai incontrato nessuno di interessante come te, penso che ci sarà da divertirsi”
Oda non sapeva che dire.
“Già lo penso anche io, sei il ragazzino più strano che io abbia mai incontrato”
Fu così che due anime sole finirono con l’incontrarsi. Quello fu solo il preludio della loro amicizia. Un rapporto che avrebbe aiutato entrambi a crescere. Oda avrebbe lavorato nella Port Mafia non rinunciando al suo credo mentre Dazai avrebbe continuato con il suo cammino oscuro.
Sarebbe stato un altro evento a cambiare le vite di entrambi, ma questa per ora è un’altra storia.