(My Hero Academia) - Rain Night
Mar. 4th, 2023 01:56 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Cow-t 13 – Seconda settimana – M2
Prompt: Pioggia
Numero Parole: 660
Fandom: My hero Academia
Note: I pensieri di Deku la notte in cui lascia lo Yuei poco prima dell'arco finale
Pioveva. Era stato così anche in quel giorno d’Aprile, quando aveva deciso di lasciare per sempre il liceo Yuei e i propri compagni. Midoriya Izuku era fuggito nel cuore della notte, in modo da non dover o poter incontrare nessuno. Sapeva che non avrebbe retto il peso di quegli sguardi o le espressioni comparse sui volti dei propri amici. Aveva preparato una valigia alla bene e meglio, preso solo il minimo indispensabile e si era preparato a lasciare quel luogo che per lui era sempre stato come una seconda casa.
Il tempo dei giochi però era finito. L’ultima battaglia lo aveva posto di fronte alla dura realtà: era lui l’obiettivo di Shigaraki e All For One. Rimanere allo Yuei significava mettere tutti in pericolo. Non poteva permetterlo.
Durante la propria conferenza stampa, Endeavor aveva negato qualsiasi suo legame o coinvolgimento con Deku, anche se in realtà si era reso disponibile a fornire loro tutto il proprio supporto insieme a Hawks e Best Jeanist.
Se un tempo l'idea di collaborare con i top Three del Giappone sarebbe stata solo un’utopia irrealizzabile, ora questa fantasia si era concretizzata in una drammatica realtà. Deku aveva lanciato un’ultima occhiata ai poster di All Might e ai numerosi gadget raffiguranti il Simbolo della pace che ricoprivano la sua stanza.
Aveva ereditato il potere del proprio idolo ma non era bastato.
Deku sapeva di dover ancora coltivare quella forza, renderla sua, insieme ai Quirk dei precedenti possessori. Aveva bisogno di ogni singola goccia di quella forza per affrontare di nuovo Shigaraki Tomura anzi no, Tenko Shimura, per salvarlo da quell’oscurità che aveva corrotto il suo animo.
Quando si trovava nella mente di All For One lo aveva visto, un bambino spaventato che tendeva la mano in una muta quanto disperata richiesta di aiuto. Non lo avrebbe abbandonato. Non poteva farlo. Lui era un eroe. Avrebbe salvato Shigaraki, sua madre, i suoi amici e l’intero Giappone perché era questo ciò che facevano i veri Heroes.
Era un progetto ambizioso ma Deku non si sarebbe arreso. Era il cammino che aveva consapevolmente scelto di intraprendere. Sapeva di essersi sobbarcato un peso enorme sulle spalle ma in quel momento non gli importava. Chiuse la porta dietro di sé per poi accorgersi della figura di All Might, in piedi lungo il corridoio a pochi metri da lui. Lo stava aspettando.
“Sei veramente sicuro Midoriya-shonen?” gli chiese cercando di incontrare il suo sguardo. Deku annuì con convinzione, arrotolandosi intorno al collo la sciarpa di Gran Torino.
Aveva scelto di affidare a carta e penna i propri pensieri, le proprie motivazioni e le scuse che mai sarebbe riuscito a volgere di persona ai propri compagni. Sapeva come fosse una scelta da vigliacchi ma non poteva fare altrimenti. Se Kacchan, Shoto o Ilda lo avessero guardato negli occhi tutta quella convinzione avrebbe vacillato e non poteva permetterselo.
Tornò con la mente all’ultima battaglia, al corpo di Kacchan coperto di sangue, a Shouto e Endeavor distrutti dal dolore mentre combattevano contro le fiamme di Dabi e poi di nuovo all’espressione di Tenko.
Ho percepito un bambino che piangeva.
Aveva deciso che lo avrebbe salvato.
“Presto andiamo, prima che qualcuno si accorga della nostra assenza” fece un passo in avanti.
Le ultime gocce di pioggia si infrangevano contro i vetri dell’automobile blindata sulla quale stavano viaggiando.
“Dovresti riposare Midoriya-shonen, e soprattutto mangiare qualcosa” ma prima che l’ex Number One terminasse la frase il ragazzo aveva già aperto la portiera e si era lanciato all’attacco.
All Might non poté fare altro che osservarlo da lontano. Il suo cellulare prese a vibrare, era Hawks:
“Si, si sta dirigendo verso di voi. Mi mantengo a distanza” il tempo giocava contro di loro. L’uomo che era stato il Simbolo della pace era certo di una cosa, e una soltanto, non avrebbe potuto trovare un discepolo migliore. Lo avrebbe protetto, anche a costo della propria vita.