(Bungo Stray Dogs) - Bataille Navale
Mar. 24th, 2023 08:27 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Cow-t 13 – Quinta settimana – M2
Prompt: Battaglia Navale
Numero Parole: 1373
Fandom: Bungo Stray Dogs
Note: il piccolo Arthur Rimbaud apprende un nuovo gioco sotto la supervisione di Victor Hugo e Alexandre Dumas (entrambi mie OC)
Seduto comodamente sulla propria poltrona il comandante dell’intelligence francese sorrideva divertito mentre osservava il bambino di dieci anni arrovellarsi sull’ennesimo test al quale lo aveva sottoposto. Victor Hugo nutriva grandi aspettative verso il piccolo Arthur Rimbaud. Sotto certi aspetti quel ragazzino gli ricordava se stesso.
“È troppo difficile” si lamentò il bambino alzando il capo esibendosi nella migliore delle espressioni imbronciate, inchiodando l’adulto con una sola occhiata accusatoria.
“Suvvia mon petit. È un esercizio strategico molto semplice in verità”
“Io però non riesco a risolverlo” Victor finse di pensarci per qualche secondo, portandosi elegantemente una mano sul mento,
“Facciamo così. Te lo spiegherò con un gioco”
“Un gioco?” L’esperienza suggeriva al giovane Rimbaud di non fidarsi delle parole di Hugo. Quell’uomo nascondeva sempre un secondo fine. Non poteva permettersi di abbassare la guardia.
“Si un gioco. Si chiama battaglia navale”
“Non lo conosco” prosegui il bambino incrociando le braccia al petto con lo stesso piglio autoritario e altezzoso dell'uomo davanti a lui
“Sono qui apposta per spiegartelo. Allora vediamo. Si può giocare anche con un semplice foglio” iniziò il Trascendentale strappando un pezzo di carta dai documenti che teneva alla rinfusa sulla propria scrivania. Arthur si fece più vicino e insolitamente attento. Pronto a difendersi da qualsiasi passo falso dell’ adulto.
“Si inizia con il preparare una griglia in questo modo, per poi dividere il tutto in tanti piccoli riquadri. Così” e iniziò a tracciare delle linee sulla carta.
“Poi si procede con la numerazione in questo modo: A-1, A-2..” Rimbaud stava attento a non perdere nessun passaggio, curioso di scoprire dove sarebbe andato a parare l’adulto.
“All'inizio, i giocatori devono posizionare le proprie navi segnandole su una delle griglie, che terremo nascoste all'avversario per tutta la durata del gioco”
“Ok fino a qua ho capito, ma perché hai preparato due griglie?” Hugo sorrise. Arthur era acuto, come sempre.
“Una servirà per il punteggio ma ci arriveremo. Non sono solo gli scacchi ad essere utili per imparare delle strategie belliche. Ora fa attenzione. Una nave occupa un certo numero di quadretti vicini in linea retta sulla tabella, questi possono essere sia in verticale che orizzontale. Altra regola importante da tenere in mente: due navi non possono toccarsi.”
“Ok ovvio come in una battaglia vera, insomma ha una sua logica” Victor annuì
“Una volta che tutte le navi sono al proprio posto si procede. Il giocatore di turno, spara un colpo dichiarando un quadretto ad alta voce, ad esempio, "B-5". L'avversario controlla sulla griglia se quella cella è occupata da una propria nave. In caso affermativo urla "colpito!" e segna quel quadretto sulla propria tabella; in caso negativo risponde acqua o mancato”
Arthur scoppiò a ridere improvvisamente divertito.
“È davvero un gioco ma si sta rivelando più complicato del previsto” Hugo non smise un secondo di sorridere. Come sempre Rimbaud mostrava la propria intelligenza. Era questo che aveva suscitato l’interesse del leader dei Poètes insieme a una certa dose di impertinenza.
“Hai capito perché te l’ho mostrato?” Il bambino fece un cenno di assenso col capo,
“Previsione strategica ma anche per sviluppare e testare la mia capacità di reazione in caso di imprevisto. Non sempre è sufficiente saper leggere le mosse dell’avversario.”
“Esatto. Molte volte i nostri nemici cambiano idea o banalmente le strategie finiscono con l’adattarsi e svilupparsi in corso d’opera.”
“Pensi che una situazione del genere possa avere una qualche applicazione pratica nella realtà?”
“Un giorno scoppierà una guerra” annunciò Hugo con serietà, facendo calare il silenzio nella stanza.
“Ci stiamo preparando per quel momento. Quando accadrà l’inevitabile questi insegnamenti ti torneranno utili”
“Una guerra?” Rimbaud non riusciva a credere alle proprie orecchie. Era passato quasi un secolo dall’ultimo conflitto che aveva stravolto il continente europeo.
“Non preoccuparti. Abbiamo ancora tempo.”
Per questo ti ho preso con me, Arthur, per crescerti. Per renderti la pedina più forte sulla scacchiera. In quel momento sarai il nostro agente migliore.
“Su su riprendiamo. Come ti ho accennato la seconda tabella ti sarà utile per prendere nota dei colpi soprattutto quelli che avrai sparato ma anche per tenere sotto occhio l’esito dello scontro. Quando centri l'ultimo quadretto di una nave non ancora affondata, il giocatore che subisce il colpo dovrà urlare "colpito e affondato!" e la nave si considererà persa. Vince il giocatore che fa affondare tutte le navi dell'avversario per primo.”
“Sembra divertente”
“Oh ma lo è.” Concluse il Trascendentale dai capelli argentei prima di notare una familiare figura fare capolino nel corridoio. La porta dell’ufficio era leggermente aperta e lui avrebbe riconosciuto ovunque il suono di quei passi.
“Lex!!” Esordì con un tono fin troppo entusiasta.
“Ho appena insegnato ad Arthur come si gioca a battaglia navale!! Per cui cosa ne pensi di diventare il suo primo avversario?” Alexandre Dumas alzò un sopracciglio fissando prima il volto sorridente del proprio capo e poi quello del bambino davanti a lui.
“Non credo di…” tentò incerto.
“Per favore Lex” si intromise Rimbaud guardandolo entusiasta prima di lanciare l’attacco successivo,
“Preferisco avere te come avversario piuttosto che Victor” bastarono queste parole a convincere il biondo che si trovò a sorridere per quella piccola rivincita.
“Ma Arthur” piagnucolò Hugo.
“Mi hai spiegato le regole e per questo ti ringrazio Victor ma sei un avversario troppo forte per un principiante come me. Insomma, giocare contro di te non sarebbe affatto divertente”
“Credi che io sia un avversario più scarso?” Si lamentò Dumas preso in contropiede dalla risposta e leggermente offeso.
“Beh lui è anche il tuo capo quindi ho dato per scontato che sia il più abile tra tutti noi”
Hugo non fece nulla per nascondere il proprio orgoglio all’udire quelle parole. Dumas scosse il capo.
“Tu smettila di gongolare e tu prepara le griglie. Sono pronto a stracciarti ragazzino”
***
Un’ora dopo
“Colpito e affondato” Dumas stracciò l’ennesimo foglio che aveva tra le mani riducendolo in mille pezzi.
“Vuoi la rivincita?” Domandò quel piccolo demone sotto mentite spoglie. sfoggiando la più innocente delle espressioni.
“Direi che per oggi può bastare. Mi sembra che le basi del gioco tu le abbia capite”
“Ti ho stracciato Lex”
“Ora non montarti troppo la testa. Domani proporrò a Victor di fare una partita contro di te”
“Magari batterò anche lui” il sorriso sul volto di Dumas mutò, diventando più triste, malinconico. Per quanto abile, Arthur non sarebbe mai riuscito a superare Victor Hugo e se mai l'avesse fatto avrebbe finito con il segnare la propria condanna. Hugo mirava a creare l’agente perfetto, solo per questo stava crescendo personalmente il piccolo Rimbaud.
“Sarebbe uno spettacolo meraviglioso” sussurrò. Di fronte allo sguardo confuso del più giovane si affrettò ad aggiungere.
“Su prepariamo un’altra griglia voglio la rivincita”
***
“L’hai lasciato vincere” sussurrò Victor al suo orecchio. Si era avvicinato di soppiatto, come un vero agente segreto. Dumas non aveva avvertito la sua presenza fino all’ultimo. Victor Hugo era davvero il più pericoloso fra loro ma per Alexandre Dumas quel pericolo poteva avere più di un’accezione, significato.
“Ha solo dieci anni”
“Non avrà per sempre dieci anni” concluse malinconico il leader dell’intelligence francese.
“Mi stai forse accusando di viziarlo troppo?”
“No certo che no. Presto la guerra arriverà a stravolgere gli equilibri non solo del nostro continente ma si estenderà anche al resto del mondo. Dopo questo conflitto niente sarà più come prima. Per la prima volta scenderanno in campo gli individui dotati di Abilità Speciali.”
“Stai tramando qualcosa vero?” Hugo sorrise sornione.
“Nulla che tu non sappia già”
“Victor”
“Non posso dirti tutto” era vero, nel mondo spiegato dell’intelligence certi segreti era meglio che rimanessero tali.
“Lo so lo so, sono solo preoccupato. Nemmeno tu puoi crescere una creatura con tanto amore e poi lanciarla verso il massacro”
“Arthur diventerà più potente di entrambi” il biondo scoppiò a ridere;
“Quando il giovane leone sfiderà il vecchio vedremo chi ne uscirà vincitore”
“Oh ti prego Lex basta metafore questa sera non sono in vena”
“Oh peccato, avevo una certa proposta per la serata” Hugo tornò a sorridere;
“Vuoi forse sfidarmi ad una partita di battaglia navale?” Domandò con fare provocatorio iniziando ad allentarsi la cravatta,
“Penso sia un’ottima idea”