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Cow-t 12 – Sesta settimana – M3
Prompt: 008. “Credo proprio che diventeremo amici”
Fandom: The Case Study of Vanitas
Rating: SAFE
Numero Parole: 800
Note: Pensieri di Roland
Per lungo tempo, Roland aveva vissuto nella convinzione che tutti i vampiri fossero uguali. Esseri privi di sentimenti, lontani dalla luce e della grazia di Dio. Mostri spaventosi da combattere ed eliminare, come quelli di cui si narrava nelle favole per bambini. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe arrivato il giorno in cui avrebbe amabilmente conversato con uno di loro, seduto in un Cafè di Parigi. Quando un vampiro incontrava la sua strada, Roland sapeva cosa doveva fare.
Lui era uno chasseur, uno strumento della Chiesa e come tale doveva agire. Era una spada che si ergeva contro quegli eretici che con la propria esistenza andavano contro ad ogni principio o legge di Dio.
Questo era ciò che gli era stato insegnato sin da bambino. Il male andava scacciato, e i vampiri ne erano l’incarnazione. Aveva visto fin troppi morti, troppe vite distrutte da quelle creature. Il viso terrorizzato di Astolfo tornava spesso a tormentare i suoi sogni.
Roland aveva capito sin dal primo istante come Noè Archiviste non fosse affatto un vampiro comune. Quando si incrociarono per la prima volta, nelle catacombe della capitale francese, il paladino pensò a quanto quel ragazzo fosse un curioso esemplare di quella specie. Tanto per cominciare, non lo aveva attaccato subito, si era comportato cordialmente come l’umano a cui si accompagnava. Di certo quel povero ragazzo doveva essere stato plagiato e piegato al volere di quell’immonda creatura. Noè gli appariva fin troppo normale ed era stato quello a stimolare la curiosità del biondo.
“Vi siete persi? Allora siamo in tre” Roland aveva sorriso, preparandosi al momento in cui quella bestia avrebbe mostrato le proprie zanne rivelandosi per quello che era. Non aspettava altro, ma aveva bisogno di averne la certezza prima di attaccare.
Così pensò di dividere il vampiro dall’umano per poi stordirlo con una granata accecante. Quando incontrò quelle iridi di fuoco capì di aver fatto centro. Non si era sbagliato quel Gilbert andava eliminato. Aveva violato il territorio degli chasseur, di sicuro per farlo aveva ucciso qualche suo compagno.
Non avrebbe avuto nessuna pietà, non vi era possibilità di salvezza per quelle creature.
“Vanitas”
All'improvviso, Noè aveva urlato quel nome attirando nuovamente su di sé l'attenzione del paladino. Roland aveva sgranato gli occhi ringraziando Dio per avergli concesso quell'incontro. Non si aspettava di incontrare il possessore di quel Libro maledetto così presto. Avrebbe potuto salvare Vanitas dall’influenza dei vampiri, ricondurre una pecorella smarrita a casa, riportarlo sulla retta via. Era questo il suo destino, la sua missione. Ora lo sapeva.
Poverino. Signore abbi pietà di lui. Di sicuro non sa quello che fa.
Erano questi gli unici pensieri che affollavano la mente di Roland mentre osservava da dietro le sbarre l’astioso ragazzo dagli occhi blu. Lo avrebbe salvato anche contro il suo volere. Per questo si decise ad estrarre la propria arma e combattere contro quel mostro ancora accovacciato a terra poco distante da loro.
Con sua somma sorpresa, nonostante la cecità Noè riusciva a tenergli testa, arrivando a schivare uno dopo l’altro tutti i suoi fendenti.
Anche quello era un comportamento al quale non aveva mai assistito. Un vampiro che non attaccava ma si limitava a fuggire. Una parte di Roland era quasi divertita dalla situazione ma anche preoccupata per la possibile reazione di Olivier nel caso fosse venuto a conoscenza di tutta quella storia. Stava facendo come sempre di testa sua disobbedendo ad un numero imprecisato di ordini solo per soddisfare la propria curiosità. Pensò che il compagno lo avrebbe come sempre compreso e che non doveva pensarci troppo. Ora aveva ben altre priorità.
Noè e Vanitas riuscirono a scappare ma il paladino fu comunque in grado di ritrovarli. In fondo nessuno poteva conoscere quei labirinti meglio di uno chausseur, anche se quei due non la smettevano di sorprenderlo.
Noè gli era andato incontro, utilizzando il povero Vanitas come ostaggio solo per farlo uscire allo scoperto. In questo modo quel vampiro bislacco era riuscito ad atterrarlo. Fu in quel momento che ogni convinzione del biondo crollò, come un castello di carte mosso dal vento.
“Piacere di conoscerti Roland. Mi chiamo Noè…”
A quella strana conversazione si era poi aggiunto anche Vanitas che aveva aggiornato il resto dei presenti su come il Dottor Monreau fosse ancora vivo e sul motivo per il quale avessero deciso di investigare nel loro territorio.
“Sei davvero un vampiro?” aveva domandato il paladino con rinnovato interesse dopo essersi ripreso da quel colpo.
“Certo che lo è” era stata la stizzita risposta di Vanitas.
Roland sorrise illuminando l’ambiente intorno a sè. Era come se brillasse di luce propria
“Credo proprio che diventeremo amici” Noè gli strinse la mano entusiasta dell’idea mentre alle loro spalle gli Chasseur e Vanitas li fissavano con occhi sconcertati e orripilati